Frutta nelle scuole: il Consiglio Ue introduce nuove modifiche

Inizia con un importante carico di novità la nuova edizione 2014-2015 di frutta nelle scuole che dovrebbe aprire i battenti in 9mila scuole primarie italiane dal prossimo 10 gennaio e riguardare, in Italia una popolazione studentesca di 1 milione e 50mila bambini (il 35% del totale dei frequentanti le scuole primarie).

Le novità. Il consiglio europeo, sul finire della presidenza italiana, lo scorso 15 dicembre, ha infatti annunciato importanti modifiche sulla disciplina di questo progetto di educazione alimentare che, con i 35 milioni di euro assegnati vede l’Italia tra i primi paesi europei attivi nell’iniziativa.

«Le novità sono state introdotte – spiega Caterina Cogliano, funzionario del ministero delle politiche agricole che segue il progetto di Frutta nelle scuole – a seguito della riforma dell’Ocm, l’organizzazione comune dei mercati, avvenuta a fine 2013. Le modifiche introdotte dal Consiglio europeo e già applicabili al corrente anno scolastico riguardano innanzitutto l’ampliamento del fondo europeo messo a disposizione del progetto che da 90 milioni sale a 150 milioni. In secondo luogo, per invogliare gli stati membri più refrattari all’iniziativa, è stata abbassata anche la quota di co-finanziamento che per l’Italia è passata dal 42 al 20%. Infine, la riforma dell’Ocm, ha reso rimborsabili le spese per attività di accompagnamento per i ragazzi fino ad un massimo del 15% dell’assegnazione per ogni singolo stato membro».

La questione “Latte”. Non è passata invece la modifica per cui stava lavorando l’Italia e per la quale è ancora attivo, un tavolo di lavoro su cui si spera di far convergere il consenso di tutti sotto l’egida del nuovo board presidenziale europeo.

«Non siamo riusciti a portare a casa – continua Cogliano – l’inserimento del latte nel programma di educazione alimentare per un rallentamento burocratico dovuto ad un problema di conflitto di competenza tra Commissione e Consiglio europei».

L’obiettivo di tutti questi cambiamenti è quello di coinvolgere molti dei paesi europei che attualmente non partecipano al progetto vuoi per l’eccessivo carico burocratico connesso alla progettazione europea, vuoi per la difficoltà connessa all’obbligo di cofinanziamento. Tra gli stati che non partecipano all’iniziativa c’è, ad esempio, la Grecia, l’Inghilterra (dove pure il problema dell’obesità infantile è molto sentito) e anche la lungimirante Svezia. Fanno poco, invece, Francia e Germania nonostante siano dei grandi produttori di ortofrutta.

La burocrazia. «Le aziende e gli Stati membri che partecipano ai programmi europei – spiega il coordinatore del progetto italiano di Baby fruit che è il capofila della cordata di vincitori del bando di “Frutta nelle scuole” –hanno un carico burocratico molto pesante che non tutti possono sobbarcarsi. Lo vediamo sulle nostre spalle: in sei mesi di progettazione siamo stati sottoposti a 45 giorni di collaudi».

Non sono, insomma, tutte rose e fiori anche per l’Italia che è uno dei paesi più impegnati su questo fronte.

Uno dei problemi principali riguarda lo sfasamento tra i tempi del bando che parte a gennaio a campagna commerciale già iniziata.

Cose da fare. «Con questo sistema – continua il coordinatore di Baby Fruit – noi inizieremo a portare dal prossimo 12 gennaio, le clementine nelle scuole con uno scarto di circa un mese sui tempi di distribuzione del prodotto. L’anno scorso è andata anche peggio perché siamo partiti a fine marzo. Ma diciamo che siamo comunque tra i “primi della classe” anche se abbiamo ancora bisogno di perfezionare il processo. La cosa buona è che con l’Europa riusciamo a fare benchmark e possiamo sfruttare la possibilità di capire, nel dialogo con l’interlocutore sovranazionale, quali sono le nostre pratiche migliori e come migliorarle».

Un’altra novità che parte da quest’anno scolastico sono i seminari gratuiti rivolti agli insegnanti che partiranno il 10 febbraio a Roma per poi essere, mano a mano, replicati in tutt’Italia e che affiancheranno i docenti nel percorso di conoscenza dei prodotti.

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