I segnali positivi sull’export dell’ortofrutta, evidenziati a fine 2022, si confermano nel primo trimestre 2023 con una crescita in volumi del 6,5% e in valori del 10,7%, secondo i dati di Fruitimprese. Il saldo positivo della bilancia commerciale (354,4 milioni €) è circa il doppio di quello del 2022; scende anche l’import (-3,9% in volumi e -1,8% in valori).
Legumi, ortaggi e agrumi, crescita a doppia cifra
Spiccano le performance in valore di ortaggi e legumi (+20,8%) e agrumi (+15,6%), bene anche la frutta fresca (+4%). Un primo trimestre sugli scudi per gli agrumi che segnano anche un calo significativo delle quantità importate (-12,6%). Molto bene le esportazioni di limoni (+18,4% in volume, + 20,71% in valore), mandarini e clementine (+7,3% le quantità, +17,7% i valori); le arance segnano un ottimo +13,6% in valore a fronte di quantità esportate quasi identiche a quelle del 2022.
Per le pere segni molto positivi (+101,8% in quantità, +61,5% in valore), ma a confronto con l’annata disastrosa del 2021. I kiwi vedono aumentare le quantità (+15,8%) ma non nella stessa misura i valori (+2,1%). Numeri sostanzialmente costanti per le mele (+1,5% in valore).
Frutta secca in difficoltà, cala l’import di banane
Segnali invece non incoraggianti dal comparto frutta secca che aumenta i volumi (+10,8%) ma vede ridurre i valori in esportazione (-14,2%); calano visibilmente anche le importazioni (-19,3% in volume, -16,5% in valore). Cala l’import della frutta tropicale in volume (-10,1%) ma mantiene positivi i valori (+2,2%). Le banane confermano il trend generale della frutta esotica.
L’Europa taglia i fondi per la promozione
Commento critico del presidente di Fruitimprese, Marco Salvi che punta il dito contro le politiche dell’Unione Europea. “Si attendeva un incremento del budget promozionale, ma la proposta per il 2024, resa nota nei giorni scorsi, va nella direzione opposta, con un calo di 1 milione di euro per i programmi multinazionali del settore ortofrutta.
La Commissione proclama con la strategia Farm to Fork di voler incentivare il consumo dei prodotti freschi, ma non fa nulla di concreto in questa direzione: anzi, ci propone soluzioni irricevibili come il regolamento sui fitofarmaci e sugli imballaggi”.