Apofruit punta su Pera, Bio e mercati asiatici

La crisi si combatte anche puntando sulle possibilità di sviluppo della produzione della Pera, sull’export e sulle produzioni di qualità. È stato questo il tema dell’incontro con i produttori organizzato da Apofruit e svoltosi giovedì 7 maggio presso l’hotel Estense di Finale Emilia.

Lo sviluppo della Pera. Su questo punto, è stato chiaro Ilenio Bastoni, direttore generale di Apofruit, «la concentrazione dell’offerta è un elemento fondamentale ma la massa critica da sola non riesce a creare valore per i produttori. Ciò che serve è la distintività della propria offerta, ossia l’identificazione da parte del consumatore, che a quel prodotto sa di poter attribuire le migliori caratteristiche organolettiche».

Differenziazione. Differenziare è una parola chiave, non solo per il settore Pera. Sulla strada della differenziazione, Apofruit sta lavorando, ad esempio, per espandere la quota coltivata a Biologico (settore in cui è leader con il marchio Almaverde Bio) portandolo dall’attuale 15% al 20% delle superfici coltivate. Accanto a questo però le linee guida sono anche l’innovazione varietale, la politica di marca e lo sviluppo di nuovi mercati.

«La pera – ha sottolineato Bastoni – è uno dei prodotti principali della gamma Almaverde Bio commercializzata da Canova, la nostra società per l’ortofrutta biologica. In questo settore, peraltro in continua espansione, la novità è costituita dall’inserimento sul mercato della pera biologica sfusa identificata attraverso il bollino Almaverde Bio. Ciò ha consentito di commercializzare frutti dalla pezzatura sostenuta e di non caricare il prodotto dei costi di confezionamento. Elementi che hanno fatto crescere la commercializzazione della pera sui mercati europei».

Il settore commerciale. E proprio la necessità di preservare gli spazi commerciali nella grande distribuzione hanno portato la cooperativa a mettere in stand by la possibilità di aderire al processo aggregativo avviato da Granata intorno alla Newco P.E.R.A.

«Il 70% delle nostre pere – ha chiosato Bastoni – vengono vendute già confezionate e noi ci stiamo organizzando per integrare le pere nella nostra offerta commerciale nella Gdo. Prima di aderire al progetto aggregativo della Newco dobbiamo verificare che ci siano quelle condizioni per potere preservare il mercato italiano. Le nostre perplessità al momento non sono state superate nonostante il confronto sia aperto. Nel frattempo noi portiamo avanti il nostro progetto di aggregazione delle realtà del territorio che l’anno scorso ha portato alla realizzazione della partnership strategica con Terremerse per la fusione dei rispettivi uffici commerciali».

I nuovi mercati. Per quanto riguarda invece i nuovi mercati, interessante è il consolidamento delle attività in Medio Oriente e nei Paesi costa sud del Mediterraneo (tra cui la Libia), dove il consumo della pera è in crescita costante. L’obiettivo per i mercati asiatici, invece è quello di aprirli a nuovi prodotti.

«Un’opportunità per stabilizzare il reddito delle aziende agricole – ha sottolineato infine il presidente di Apofruit Mirco Zanotti – è la diversificazione delle produzioni: ne è un esempio concreto il kiwi con le sue diverse varietà».

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