Il biologico non si ferma e traina la crescita della distribuzione

Le rilevazioni Nielsen indicano che il biologico a peso imposto pesa il 3,4% delle vendite totali dell’alimentare nel carello degli italiani

Corre il biologico che nei primi dieci mesi del 2017 conferma il trend molto positivo dei prodotti a peso imposto. Le rilevazioni Nielsen indicano infatti che dopo sette anni di crescita a doppia cifra (+16,0% Iper + Super, periodo di riferimento: Gen-Ott 2017), quella del biologico è diventata una presenza importante nel carrello degli Italiani, arrivando a pesare il 3,4% delle vendite totali dell’alimentare (food confezionato, bevande, freddo, fresco, pets).

Il ruolo di private label e promozioni

Da fenomeno emergente, il biologico diventa uno degli elementi principali della crescita dei fatturati della distribuzione: l’aumento delle vendite di prodotti biologici dà infatti un contributo di 0,5 punti al trend dell’alimentare (+4,2%). Importante sottolineare il ruolo della marca del distributore, che ha saputo subito rispondere alla domanda, ma che ultimamente vede calare la propria quota nel settore, da 41,3% a 41,1% – con un trend che rimane comunque positivo: +15,3%.

Anche le promozioni sembrano giocare un ruolo sempre più importante, con un aumento dell’intensità da 21,0% a 22,2%, contro il 31% dell’alimentare, dove l’incidenza è in calo di -0,7 punti. Un altro aspetto rilevante è quello dei prezzi: i consumatori considerano i prodotti bio più costosi dei corrispettivi non bio. In effetti, considerando le categorie principali per vendite bio, c’è una certa differenza di prezzo. Le uniche categorie dove i prezzi dei prodotti bio sono in linea con il non bio sono quelle legate alla salute e alle intolleranze, che hanno quindi dei livelli di prezzo già abbastanza elevati (e.g. gallette di riso, cibi di soia, bevande alla soia e prodotti senza glutine. Altra eccezione riguarda la frutta in composta, dove tutti i prodotti venduti sono biologici.

Il prezzo medio in flessione nell’ultimo anno

Cosa è accaduto nel corso del tempo? In 9 di queste 20 categorie, il prezzo medio del biologico si è abbassato rispetto allo scorso anno; in molti casi questo è avvenuto in controtendenza rispetto al prezzo medio della categoria, che è in crescita: olio extravergine, yogurt ai gusti e farina di grano. L’indice di prezzo totale del bio su non bio è passato dal 192 del 2016 al 186 di quest’anno.

Le scelte di prezzo e di promozione vanno di pari passo con quelle assortimentali; in un supermercato il numero di referenze bio vendute è cresciuto del +21,9%. Negli ipermercati, la spinta è ancora più forte: mediamente un punto vendita vende il +29,3% di referenze in più rispetto allo scorso anno.

Cresce la richiesta

Anche dal punto di vista della domanda i numeri raggiunti sono elevatissimi. Sono 20,5 milioni le famiglie che hanno acquistato almeno un prodotto biologico all’anno (un milione in più rispetto all’anno precedente), di queste il 25,1% (5,2 milioni) acquistano bio almeno una volta a settimana, realizzando il 76,2% degli acquisti. Analizzando gli indici di penetrazione del bio nelle famiglie italiane, si riesce a delineare un’immagine abbastanza nitida del consumatore medio. Si tratta di famiglie provenienti dal Nord Italia, formate da 3/4 componenti, con una fascia d’età dai 35 ai 54 anni, con un reddito vicino o superiore alla media. Gli indici più bassi sono quelli delle famiglie del Sud Italia, con componenti oltre i 65 anni e con reddito sotto la media del reddito.

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