A Macfrut 2018 firmato il Manifesto dei mercati all’ingrosso europei

Gli imprenditori dei mercati all’ingrosso di Italia con Fedagromercati-Confcommercio, Spagna con Coemfe e Francia con Uncgfl fanno fronte comune

Obiettivi comuni e gioco di squadra a livello europeo: gli imprenditori dei mercati all’ingrosso hanno firmato lo scorso 10 maggio a Macfrut 2018, la grande kermesse ortofrutticola di Rimini Fiera, il Manifesto dei Grossisti Europei. Protagonisti Fedagromercati-Confcommercio (Federazione nazionale degli operatori all’ingrosso agro-floro-ittico-alimentari), Coemfe (Confederazione dei grossisti spagnoli) e Uncgfl (Unione dei grossisti francesi) che hanno partecipato al convegno “La sfida dei Mercati all’ingrosso nel nuovo scenario della distribuzione europea: modelli a confronto”.

Gli obiettivi sono stati illustrati dal presidente nazionale di Fedagromercati, Valentino Di Pisa: “Rinnovamento dei Mercati, nuovi orari di lavoro passando dal notturno al diurno, sviluppo della logistica urbana, internazionalizzazione, sviluppo di un marchio di qualità a livello europeo, nuovi rapporti con gli altri attori della filiera e collaborazioni di settore per la presentazione di progetti europei. Sottoporremo questi argomenti alle istituzioni, nazionali ed europee, per valorizzare il ruolo della categoria dei grossisti all’interno della filiera”.

Per il presidente di Cesena Fiera e di Macfrut, Renzo Piraccini: “I Mercati hanno un grande futuro ma devono cambiare, altrimenti il loro destino sarà segnato. Il primo problema è la gestione pubblica. Noi come Fiera ci siamo già passati: oggi abbiamo uno zoccolo duro pubblico ma una gestione privatistica. Potrebbero, ad esempio, lasciare i muri al pubblico lasciando la gestione agli stakeholder del settore”.

“Nei tavoli che contano in Europa – ha commentato il presidente di Italmercati, Fabio Massimo Pallottini – i mercati oggi contano poco e le nostre specificità non vengono rappresentate. Oggi comincia un percorso lungo, complicato ma ineludibile”.

 

Ortofrutta al 56% nella gd

Claudio Scalise di Sg Marketing ha mostrato come le dinamiche siano cambiate nell’arco degli ultimi anni: “Perché la grande distribuzione è così interessata all’ortofrutta? Perché se guardiamo al bilancio di un punto vendita il suo peso complessivo è del 56%. Non siamo più a 20 anni fa, quando aveva un ruolo marginale tra gli scaffali del supermercato. In questo tempo la Gdo ha sviluppato proprie piattaforme per i freschi, stabilendo relazioni dirette e chiedendo ai produttori che vogliono distribuire di attrezzarsi in merito”.

I mercati, dunque, dovranno adeguarsi per rispondere a nuove esigenze: “Il mercato che apre le porte, accoglie i compratori e poi chiude è finito – ha continuato Scalise – la vendita ormai è la fase meno importante. Quello che conta è il servizio, la capacità di appropriarsi di pezzi di filiera. Dare un alto contenuto di servizio al prodotto vegetale richiede comunque un impegno sulla logistica, la catena del freddo e altro. Ma se i mercati non si impegneranno su questo, altri lo faranno per loro”.

Anche i mercati, quindi, come ha spiegato sempre Scalise, possono diventare una piattaforma di distribuzione per i freschissimi, sia per i venditori specializzati che per la piccola distribuzione. Anche per quanto riguarda l’e-commerce, che ha venduto lo scorso anno 748 milioni di euro di alimentari in Italia, potrebbero proporsi come service multiclient a disposizione delle diverse catene.

 

 

 

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