Tüv Süd certifica la moda animal free seguita dai vegani

Chi segue l’alimentazione vegana cerca anche capi di abbigliamento garantiti che non contengano prodotti di origine animale. La tecnologia utilizzata, la Pcr, è la stessa usata per il Covid

La filosofia vegan rivoluziona anche il mondo della moda
L'alimentazione vegana rivoluziona anche il mondo della moda

La Pcr (Polymerase Chain Reaction), tecnica inventata da Kary Mullis e premiata con il Nobel, oggi alla base dei test molecolari del Covid, diventa la metodologia impiegata per certificare i capi animal free, sempre più richiesti da chi segue l’alimentazione vegana.

Il test si può effettuare su tessuti ma anche per le colle

Grazie a questi test di laboratorio si può avere la certezza che un capo di abbigliamento non contenga in alcun modo prodotti di origine animale. La metodologia analitica, Pcr Real Time, è in grado di rilevare e amplificare frammenti di Dna mitocondriale (il marcatore molecolare individuato) ed è applicabile anche alle colle utilizzate. “Per rispondere e dare garanzia di tutte queste esigenze i nostri Laboratori pH hanno sviluppato una gamma di testing finalizzati a individuare e definire l’eventuale presenza di prodotti di origine animale” dichiara Monica Filippini, manager of Life Science dei Laboratori pH – Gruppo Tüv Italia.

Fondato nel 1866, il Gruppo Tüv Süd è cresciuto diventando un’impresa globale. Opera con oltre 24 mila dipendenti dislocati in oltre mille sedi in circa 50 Paesi. Il focus è sulle tecnologie innovative dell’industria 4.0, oltre che energie rinnovabili e guida autonoma.  Tüv Italia è presente nel nostro Paese dal 1987 con diversi uffici operativi sul territorio nazionale, cui si affiancano i laboratori Tüv Italia e Bytest a Volpiano (To) e pH a Barberino Tavarnelle (Fi).

I giovani sposano la rivoluzione sostenibile che dall’alimentare va al fashion

Il settore vegano  sviluppa complessivamente 78 miliardi di euro di fatturato e conta circa 4.500 aziende e 75.600 addetti (fonte Osservatorio Veganok, dati del 2018). La sensibilità al welfare animale è un solido trend.

Al Circular Fashion Summit 2020 di Parigi, PwC, network presente in 157 Paesi, ha presentato una ricerca sulla sostenibilità basata sulle interviste a oltre 2400 giovani italiani (GenZ e Millennial). Il 66% degli intervistati preferisce prodotti di moda e bellezza di origine non animale, non testati su animali, cruelty free e 100% vegani e quasi l’80% di questi acquista solo capi animal free o in  gran parte.

I prodotti Cruelty free si trovano sempre più spesso anche come Pl. Secondo  l’ottava edizione dell’Osservatorio Immagino realizzato da GS1 Italy in collaborazione con Nielsen, i prodotti con i claim Friend of the sea e Cruelty free hanno realizzato 30 milioni di sell-out, per la quasi totalità concentrati nella drogheria alimentare.

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