I nuovi obiettivi del Consorzio di Pachino Igp

Per il 2022 focus su sostenibilità e tracciamento. Chiesto un tavolo politico per il rialzo dei costi

Ciliegino Pachino Igp
Pomodoro Pachino Igp

L’adesione alla certificazione Sqnpi, un percorso di certificazione Carbon footprint per la misurazione dell’impronta di Co2, ma anche di completa tracciabilità del sistema  produttivo attraverso la blockchain. Per il 2022, anno di ricorrenza del ventennale dalla fondazione, il Consorzio di tutela del pomodoro di Pachino Igp alza l’asticella su tracciabilità, sostenibilità ed economia circolare per il riutilizzo degli scarti della filiera produttiva.

Le collaborazione con Sata e l’Università degli Studi di Catania

Sebastiano Fortunato, presidente del Consorzio di tutela Pachino Igp
Sebastiano Fortunato, presidente del Consorzio

“Abbiamo numerosi progetti in corso e in partenza, oltre a importanti obiettivi. Per rafforzare la reputazione dell’Igp stiamo andando,  attraverso un sistema di certificazioni e monitoraggi, sempre più verso un’adeguata omogeneità della qualità” promette il presidente Sebastiano Fortunato.

Il 2021 ha segnato altri importanti punti. Dall’avvio della collaborazione con l’Università degli Studi di Catania per un progetto di ricerca a quella con l’ente Sata, che opera per certificare sicurezza e igiene in tutti i soggetti della filiera agroalimentare, al riconoscimento del Premio Organizzazione Agroalimentare e Agroindustriale dell’anno 2021.

Fare leva con gli altri Consorzi

Preoccupa però l’impennata dei prezzi dei mezzi tecnici di produzione e dei costi energetici “che oscilla dal 40 al 70%” nell’ambito dell’ultima campagna di produzione. “Occorre convocare un tavolo politico per individuare soluzioni praticabili. Uno dei nostri obiettivi è fare squadra anche con altri Consorzi al fine di tutelare i prodotti ortofrutticoli di qualità -aggiunge Salvatore Chiaramida, direttore del Consorzio-. In questo senso ci stiamo interfacciando con Origin Italia, l’associazione che riunisce i principali consorzi delle Indicazioni Geografiche del settore agroalimentare, e con Dos Sicilia, l’associazione che raggruppa i consorzi di tutela regionale, per esprimerci con voce ancora più autorevole”.

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