Parte la campagna di commercializzazione di uva senza semi da tavola coltivata dai soci produttori di Apofruit Italia nei due areali pugliesi del Basso Tarantino e del Sud Barese. “Le raccolte sono in ritardo di circa una settimana, rispetto al trend consueto, frenate dal caldo, ma la qualità su tutta la gamma si annuncia ottima” annuncia Marcello Guidi, responsabile del mercato estero di Apofruit.
Circa 85 mila quintali per una commercializzazione che arriva fino a novembre
La produzione in queste aree (la prima fa riferimento al magazzino di lavorazione di Scanzano Ionico e la seconda alla struttura cooperativa Op Terra di Bari) è di oltre 90 mila quintali: 45 mila per ciascuna area, per il 95 per cento varietà senza semi a coltivazione sia biologica sia convenzionale. “In ottica sempre più green -fa sapere Ernesto Fornari, direttore generale del gruppo Apofruit- negli ultimi anni abbiamo affiancato alle produzioni convenzionali e biologiche quelle biodinamiche. Le nuove varietà assicurano un periodo di commercializzazione che va fino alla fine di novembre”.
L’estero mercato principale, con Germania e Inghilterra in testa
Quattro i costitutori da cui la cooperativa Apofruit ha attinto le varietà in produzione, molto apprezzate all’estero. “È il nostro principale mercato di riferimento e siamo stati tra i primi a scommettere sull’uva senza semi –aggiunge Marcello Guidi, responsabile del mercato estero di Apofruit-. I principali Paesi importatori sono la Germania e l’Inghilterra, dove il prodotto viene valorizzato dal marchio Solarelli. Disponiamo di varietà dolci e croccanti, la bianca Autumn Crisp, le rosse Allison, Scarlotta e Timco”.
