Reddito degli agricoltori, inefficaci le misure Pac

Lo dice la Corte dei conti Ue. Impatto modesto dei 2,6 miliardi destinati a contrastare volatilità dei prezzi e perdite di produzione

La nuova relazione della Corte dei conti europea rivela come le misure per aiutare gli agricoltori ad assicurarsi contro il calo dei prezzi e le perdite di produzione abbiano raggiunto solo in parte gli obiettivi perseguiti e il loro utilizzo sia modesto e non uniforme. Alcune misure eccezionali, poi, non sono state mirate in modo adeguato e possono condurre al pagamento di compensazioni eccessive.

Gli strumenti messi a disposizione dalla Pac

La politica agricola comune (Pac) prevede una serie di misure finalizzate a garantire un reddito stabile e adeguato ai produttori. I pagamenti diretti ai 6,4 milioni di agricoltori dell’Ue-28 ammontano a 41 miliardi l’anno. Oltre a questi, la Pac include strumenti specifici per prevenire e gestire i rischi e le crisi nel settore. Ad esempio, le assicurazioni e i fondi di mutualizzazione possono essere utilizzati per stabilizzare il reddito degli agricoltori.

Esistono inoltre misure eccezionali intese a stabilizzare il mercato nel suo complesso in caso di gravi turbative, come è accaduto nel 2014 quando la Federazione russa ha vietato l’import di alcuni prodotti agricoli dall’Ue. Nello specifico, la Corte ha verificato se questi strumenti siano stati attuati in modo efficiente e se abbiano prodotto risultati, concentrandosi in particolare sul sostegno per l’assicurazione e sulle misure eccezionali per il settore ortofrutticolo introdotte a seguito dell’embargo russo.

Le diverse forme di tutela del reddito

I pagamenti diretti svolgono un ruolo significativo: in media rappresentano un quarto del reddito di un’impresa agricola e consentono agli agricoltori di fronteggiare meglio situazioni di calo dei prezzi e di diminuzione della produzione; in tal modo riducono la necessità di prevedere una tutela assicurativa. Al tempo stesso, la Pac promuove sempre di più le misure preventive, in particolare incoraggiando gli agricoltori a adottare buone pratiche agricole e ambientali. La Corte ha però rilevato che questa attività ha un modesto impatto sul comportamento degli agricoltori assicurati, i quali risultano meno incentivati ad adottare una strategia imprenditoriale resiliente o ad adattarsi ai cambiamenti climatici.

La maggior parte dei 2,6 miliardi destinati dal bilancio Ue agli aiuti per incentivare gli agricoltori ad assicurarsi contro la volatilità dei prezzi e le perdite di produzione ha avuto, secondo la Corte, un impatto modesto.

I fondi raggiungono una percentuale molto ridotta di agricoltori, dato che meno del 10% di quelli assicurati ha beneficiato del sostegno comunitario. La maggior parte degli agricoltori non prende neppure in considerazione la possibilità di ridurre il rischio, dato che si aspetta di ricevere un consistente aiuto pubblico in caso di crisi. Inoltre, il sostegno per l’assicurazione fornito dall’Ue non è erogato a chi ne ha maggiormente bisogno. Nei due Stati membri che vi fanno più ricorso (Italia e Francia), la Corte ha osservato una concentrazione nel settore vitivinicolo. Settore nel quale il capitale assicurato può raggiungere i 115mila euro per ettaro e molti beneficiari, data la loro capacità finanziaria e il profilo di rischio, avrebbero stipulato assicurazioni sulla produzione comunque.

Attualmente vi sono pochi elementi che comprovino il valore aggiunto del sostegno Ue per la stabilizzazione del reddito degli agricoltori -ha affermato Samo Jereb, membro della Corte dei conti europea responsabile della relazione- Le misure dovrebbero essere più mirate, in modo da poter essere utilizzate dagli agricoltori che ne hanno più bisogno e in modo tale da non interferire con lo sviluppo di pratiche agricole più preventive e resilienti”.

Il caso dell’ortofrutta

Per quanto riguarda i 513 milioni spesi per prodotti ortofrutticoli nel periodo 2014 -2018 in risposta al divieto russo di importazione, l’Ue non ha stabilito parametri oggettivi per valutarne l’utilizzo. Ad esempio, il 61 % del sostegno è stato destinato a produttori di mele (principalmente in Polonia), anche se le esportazioni di mele sono rimaste praticamente costanti o sono addirittura aumentate.

Misure eccezionali sono anche state attuate per altri tipi di frutta (come le pesche e le nettarine) per fronteggiare la sovrapproduzione strutturale nell’Ue, invece che puntuali situazioni di perturbazione del mercato. Infine, la Corte rileva che il sostegno per il ritiro di prodotti da destinare alla distribuzione gratuita è stato dispendioso. In alcuni casi, le tariffe versate sono state decisamente superiori ai prezzi di mercato, determinando così compensazioni eccessive.

Inoltre, gli auditor hanno rilevato che la maggior parte dei prodotti ritirati dal mercato per essere destinati alla libera distribuzione spesso tornavano sul mercato in forma differente (come succo in Grecia e Spagna, ad esempio), mentre solo una minima parte raggiungeva i più bisognosi.

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Su cosa si sta lavorando nel prossimo futuro

Alla luce delle recenti proposte legislative per la futura Pac, sempre più orientate alla gestione del rischio, la Corte raccomanda alla Commissione di: incoraggiare gli agricoltori a prepararsi meglio ad affrontare le crisi; progettare e monitorare meglio il sostegno per l’assicurazione;chiarire i criteri per attivare e porre fine alle misure eccezionali e adattare le compensazioni corrisposte per le operazioni di ritiro.

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