Pomodoro da industria, volumi anticipati in forte ribasso

Il pomodoro pelato rappresenta il 65% di tutto il pomodoro prodotto al Sud, ricorda il presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari, Giorgio Mercuri
Il pomodoro pelato rappresenta il 65% di tutto il pomodoro prodotto al Sud

Volumi al ribasso per la produzione anticipata di pomodoro da industria. La stagione, caratterizzata da un andamento climatico insolito, si annuncia disastrosa perché dà un’ulteriore spinta al ribasso al raccolto che quest’anno subisce a monte la contrazione concordata a monte per via degli accordi sul fronte produttivo.

Lo scenario. Le minori quantità commercializzate rischiano di non creare margine per i produttori anche a causa dei prezzi concordati dai contratti conclusi da poco con la parte industriale che, come annuncia una nota ufficiale di confindustria, sono inferiori del 20% rispetto all’anno scorso. E’ quanto è emerso dall’incontro che si è tenuto ieri sera ad Angri tra le organizzazioni dei produttori di pomodoro da industria del Centro-Sud aderenti a Italia Ortofrutta ed Unaproa che è servito per fare il punto sulla campagna di trasformazione del pomodoro che si sta avviando in questi giorni.

Essendo ormai conclusa la fase di contrattazione, le Op hanno posto in evidenza le criticità derivanti dall’andamento meteorologico particolarmente sfavorevole e dallo sviluppo di talune patologie conseguenti in diversi areali produttivi.

Il clima. Piogge torrenziali, grandinate ed eccessi di calore hanno determinato la distruzione di interi appezzamenti e provocato estesi danni diretti ed indiretti conseguenti allo sviluppo di patologie funginee. “In considerazione di questo – si legge in una nota di Italia Ortofrutta – le Unioni nazionali esprimono forti preoccupazioni circa le conseguenze che le suddette criticità potrebbero comportare in ordine alla produzione destinata alla trasformazione stessa. Il pomodoro è un prodotto naturale coltivato in piena area e soggetto purtroppo agli andamenti climatici; agli innumerevoli vantaggi di una produzione fresca corrispondono le difficoltà di coltivazione e le inclemenze climatiche che possono vanificare lo sforzo di programmazione di un intera filiera”.

Fiduciosa per un possibile aggiustamento di rotta del prezzo in corso di campagna, Confagricoltura che, per bocca di Marco Nicastro, presidente della Federazione nazionale di prodotto, annuncia alla vigilia della partenza della campagna: “Gli imprenditori agricoli hanno fatto la loro parte, ora sarebbe un bel segnale vedere una risposta concreta dell’industria conserviera”.

Gli areali. L’incognita clima ha colpito diversi areali produttivi: al Nord, dopo i problemi riscontrati in fase di trapianto si è dovuto combattere con allagamenti e grandinate e, non da ultimo, con gli attacchi di peronospora che hanno compromesso parte delle produzioni. Al Sud, le forti grandinate delle ultime settimane hanno distrutto centinaia di ettari nel nord della Puglia – la zona della ‘sacca orientale’ – e questo si tradurrà in una forte diminuzione di pomodoro anticipato. A ciò si aggiunga l’annoso problema del parassita ‘oro banca’ che ormai è diventato un flagello nei campi del foggiano; salva invece l’area del centro Italia e della Campania.

“Va posto in evidenza – argomenta Nicastro – che l’invito rivolto al mondo agricolo, da parte dell’industria, di ridimensionare la produzione, quest’anno è stato ampiamente accolto. Si registra infatti una riduzione del 10% della superficie nazionale e nessuna sovrapposizione dei calendari di raccolta. Purtroppo però l’impegno del mondo agricolo non è stato adeguatamente ricompensato dalla parte industriale: i contratti infatti, si sono stipulati appena qualche settimana fa con valori del 20% più bassi dello scorso anno”.

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