Melinda affronta l’emergenza salvaguardando l’export

Nonostante l’emergenza sanitaria, sembra che l’export delle mele non abbia avuto segnali negativi, a parte in alcuni Paesi del Sud Est Asiatico dove molte merci sono in attesa nei porti. Secondo quanto trapela da Melinda e dal Consorzio Vog di Terlano (Bz), il mercato tedesco, in particolare, sta registrando nelle ultime settimane aumenti percentuali significativi. Per quanto riguarda i canali di vendita italiani non sono state riscontrate particolari contrazioni, almeno per il comparto legato alle mele.

“La commercializzazione è in linea con l’andamento stagionale, considerato che per noi il periodo da febbraio ad aprile è quello dove registriamo il picco di vendite” dichiara Andrea Fedrizzi, responsabile marketing del Consorzio Melinda. Sembra siano invece i mercati tradizionali, in particolare nel Nord Italia, quelli che stanno risentendo maggiormente delle problematiche in corso, probabilmente a causa delle restrizioni di circolazione a cui sono sottoposte le persone. Bene invece la gdo che sembra contro bilanciare le perdite nei comparti più tradizionali.

Per quanto riguarda gli aspetti promozionali, ad oggi dichiara Fedrizzi, sono state sospese tutte le attività fieristiche e le visite in azienda di persone estranee (autisti, fornitori, clienti). “Per fortuna la nostra partecipazione alle due manifestazioni più importanti, Fruit Logistic a Berlino e Biofach a Norimberga, si sono concluse prima dell’inizio dell’emergenza. Oggi siamo in attesa di conoscere la tempistica di svolgimento di altri eventi a cui abbiamo confermato la nostra partecipazione nei prossimi mesi”.

Di certo molte attività promozionali, tra cui quelle legate al Centro Visitatori Mondo Melinda, oltre 40 mila presenze all’anno, secondo quanto dichiarato da Fedrizzi, rimangono in sospeso. E con esse la conta dei danni economici che ne derivano e le possibili evoluzioni sul sistema produttivo. Prima tra tutte l’incognita legate all’arrivo dei lavoratori stagionali per le attività in campagna (in particolare da Polonia, Romania, Bulgaria) che preoccupa già il settore dell’ortofrutta.

Controlli ai dipendenti, chiusure precauzionali, ma anche divieti d’entrata per gli estranei. Queste le misure precauzionali messe in campo dall’azienda trentina leader in Italia nel mercato delle mele fresche. “A oggi abbiamo messo in campo tutte le misure necessarie al contenimento del rischio, mentre attendiamo l’evolversi della situazione”.

“Abbiamo sottolineato a tutti i dipendenti l’importanza di attenersi alle norme igieniche basilari per ridurre l’esposizione e la possibile trasmissione del virus, tramite circolari interne” continua Fedrizzi mentre descrive la situazione negli stabilimenti di lavorazione della frutta.

Una piccola realtà territoriale, quella della Val di Non, che descrive concretamente la situazione del comparto agroalimentare.Sono circa 1.300 i dipendenti che lavorano presso il Consorzio Melinda, 16 le cooperative associate, 7 le sale di lavorazione dotate delle più moderne tecnologie dove ogni anno passano circa 440 mila tonnellate di mele il cui 25-30% finisce all’estero. In queste sale vengono confezionate a mano le mele da parte del personale, quasi esclusivamente femminile.

In tempi di emergenza corona virus si è reso indispensabile implementare misure contenitive ancora più stringenti e un decalogo comportamentale coerente con quanto già diffuso dal Ministero della Salute e dalla Farnesina. “Per quanto riguarda la logistica -continua Fedrizzi- abbiamo provveduto a far si che ogni autista che si presenta per caricare il prodotto non debba più recarsi negli uffici per le pratiche amministrative”.

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