La rivoluzione “hi-tech” delle imprese F&V emiliane

È una vera e propria rivoluzione hi-tech delle imprese agricole quella sperimentata in Emilia-Romagna e si basa su due parole d’ordine: fare rete e intensificazione sostenibile. Lo rivela l’ottavo osservatorio innovazione impresa agricola che valuta il modello emiliano come una valida soluzione per tentare di recuperare quel 20% produttivià in più di cui avremmo bisogno per riportare la bilancia commerciale Italia-estero del comparto agricolo vicina al pareggio.

I dati regionali. Su 58mila aziende del comparto regionale F&V, 17.400, circa un terzo del totale, fanno rete. Secondo il rapporto, il 60% delle aziende più grandi della regione utilizza per lavoro e quotidianamente i più moderni supporti tecnologici, come smartphone e ipad. Di queste, i 37% sono aziende ortofrutticole a dimostrazione che il futuro del comparto è sempre più vicino alle tecnologie in un’ottica di compressione dei costi e di maggiore sostenibilitá del processo produttivo.

Bilancia commerciale F&V. Secondo l’osservatorio innovazione, le quasi 800mila imprese agricole italiane (di cui l’8% in Emilia-Romagna) importano più di quanto producano. I 50 miliardi di euro di produzione complessiva annua (di cui il 9% proviene dalla regione rossa) non sono sufficienti e comportano un saldo negativo di circa 7 miliardi di euro anche a causa della minore disponibilità di terreni coltivati (-18% in 20 anni). Con queste premesse, la sfida di oggi per l’agricoltura italiana, si chiama “intensificazione sostenibile” ossia: aumentare i volumi in maniera più rispettosa dell’ambiente e usando meno superficie coltivata.

Il modello E-R. Ed è quello che si propone di fare il modello emiliano, che mette in rete il 31% delle aziende ortofrutticole ed il 30,4% di quelle sementiere. La spinta all’aggregazione deriva, innanzitutto dalla necessità di abbattere i costi dei mezzi tecnici attraverso gruppi di acquisto, ma anche per acquistare e scambiare mezzi meccanici, scambiare manodopera e gestire in maniera associata il processo produttivo.

I vantaggi. La creazione di gruppi di aziende consente di realizzare fatturati importanti e, di conseguenza, di investire per lavorare con maggiore attenzione verso l’ambiente. Anche attraverso l’adozione di strumenti tecnologici applicati ad esempio all’irrigazione come la micro-irrigazione a pioggia (scelta dall’83,3% delle aziende ortofrutticole) o la sub-irrigazione, a scorrimento oppure, ancora, la fertirrigazione (usata da quasi il 90% delle aziende del comparto F&V emiliano-romagnolo) che permette di ridurre l’impiego di acqua e di concimi, ma anche le emissioni e l’inquinamento dell’azienda agricola.

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