Peperoncini coltivati e raccolti nello Spazio

Esperimento della Nasa: i semi cresceranno nella Stazione spaziale internazionale: “l’orto” si farà a metà novembre

Numerose ricerche dimostrano che il peperoncino è un superalimento: al centro degli studi c'è una molecola, la capsaicina, responsabile della piccantezza
Il peperoncino è ritenuto un superfood

I peperoncini arrivano nello spazio. I ricercatori del Kennedy Space Center della Nasa, in Florida, hanno piantato 48 semi  della varietà Hatch, verdi e rossi, provenienti dal New Mexico, all’interno dello Space Life Sciences Lab come parte dell’esperimento Plant Habitat-04 (PH-04). Sono stati poi trasportati sulla Stazione spaziale internazionale (Iss) dove la raccolta è prevista a metà novembre.

Luci a led e un sistema di 180 sensori per la crescita. L’esperimento potrà dare indicazioni anche per le coltivazioni in vertical farming

A occuparsi della coltivazione è l’astronauta Shane Kimbrough, ingegnere aeronautico. I peperoncini cresceranno nell’Advanced Plant Habitat (APH), una delle tre camere di crescita che utilizza luci a led per stimolare la crescita su un fondo di argilla porosa. Il sistema è automatizzato ed è dotato di telecamere e oltre 180 sensori che monitorano i parametri  di umidità, temperatura e concentrazioni di anidride carbonica, controllati da remoto anche dalla Terra.

Sono ormai una decina i raccolti “spaziali”. Tra gli ultimi, la lattuga rossa romana, cavoli, bietole, rapanelli. Il peperoncino è ricchissimo di vitamina C (più degli agrumi) e  compensa la parziale perdita di sapore cui gli astronauti vanno incontro in condizioni di microgravità. Parte del raccolto sarà portato sulla Terra per venire analizzato. L’esperimento potrà dare indicazioni anche per le coltivazioni in vertical farming.

 

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