Ecco il Protocollo per la sicurezza di chi lavora nella filiera agroalimentare

Priorità assoluta è mettere in sicurezza i lavoratori impegnati lungo la filiera con strumenti di protezione individuale e norme condivise nelle aziende

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Per mantenere gli scaffali riforniti di prodotti, c’è un settore che non può restare a casa come impongono le disposizioni per il contrasto alla diffusione del coronavirus. Si tratta della (intera) filiera agroalimentare e proprio per questa è stato sottoscritto il “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” tra i ministeri dell’Economia, del Lavoro e delle Politiche sociali, dello Sviluppo economico e della Salute.

“Mettere in sicurezza lavoratrici, lavoratori e luoghi di lavoro era una priorità assoluta -ha commentato la ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova-. Ora grazie all’accordo stretto tra Governo e parti sociali sarà possibile farlo, anche attraverso l’uso degli strumenti di tutela sociale. Per noi la tutela delle persone viene prima di tutto. Abbiamo il dovere di proteggere i cittadini che non possono fermarsi e che continuano a lavorare per il Paese, per produrre e distribuire i prodotti alimentari e le merci, per tenere aperti i negozi necessari”. Il protocollo, che interessa anche il comparto primario, che contiene linee guida condivise tra le Parti per agevolare le imprese nell’adozione di protocolli di sicurezza anti-contagio. La prosecuzione delle attività produttive può, infatti, avvenire solo in presenza di condizioni che assicurino alle persone che lavorano adeguati livelli di protezione.

“È lapalissiano come, nel comparto primario, le aziende non possano ricorrere al lavoro agile e, pertanto, diviene fondamentale garantire condizioni di salubrità e sicurezza agli ambienti di lavoro e alle modalità lavorative –ha spiegato il sottosegretario alle Politiche agricole, Giuseppe L’Abbate–. Tra le indicazioni inserite all’interno del protocollo sono indicate la rarefazione delle presenze dentro i luoghi di lavoro e il rispetto della distanza interpersonale di un metro come principali misure di contenimento”.

Gli strumenti di protezione individuale, impegno nell’approvvigionamento

In pieno campo gli obiettivi sono fattibili ma, lungo la filiera agroalimentare, può diventare complicato in altre fasi (e luoghi) di lavoro. Nelle situazioni in cui la distanza interpersonale di sicurezza sia inferiore a un metro viene dunque richiesto di adottare strumenti di protezione individuale come mascherine e altri dispositivi di protezione (guanti, occhiali, tute, cuffie, camici, ecc.), conformi alle indicazioni delle autorità scientifiche e sanitarie.

“Sappiamo bene della difficoltà di reperimento sul mercato –ha continuato il sottosegretario alle Politiche agricole– e ci stiamo adoperando in tutti i modi per garantirne l’approvvigionamento”. L’azienda dovrà mettere a disposizione idonei mezzi detergenti per le mani (che può preparare autonomamente seguendo le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità), assicurare la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni e di svago. Inoltre, dove è presente un servizio di trasporto organizzato dall’azienda, va garantita e rispettata la sicurezza dei lavoratori lungo ogni spostamento.

“È di primaria importanza ribadire che in presenza di febbre, sintomi di influenza, provenienza da zone a rischio o contatto con persone positive al virus nei 14 giorni precedenti –continua Giuseppe L’Abbate– viene fatto divieto di entrare in azienda e di partecipare alle attività lavorative”.

Per i fornitori esterni dovranno essere individuate procedure di ingresso, transito e uscita, mediante modalità, percorsi e tempistiche predefinite al fine di ridurre le occasioni di contatto con il personale in forza nei reparti aziendali. Gli autotrasportatori devono rimanere a bordo dei propri mezzi e non è consentito l’accesso agli uffici per nessun motivo. Per tutto il personale esterno andranno individuati servizi igienici dedicati.

“Lo sforzo che sta compiendo la filiera agroalimentare italiana in questo periodo di emergenza è qualcosa di eroico –ha concluso il sottosegretario Giuseppe L’Abbate–. Pertanto, non posso che rinnovare l’invito ai consumatori a prediligere i prodotti freschi e locali così da sostenere il Made in Italy e le nostre imprese. È un momento in cui siamo chiamati tutti a essere solidali e a avere maggiore sensibilità”.

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