Made in Italy, L’Abbate rassicura gli esportatori

Torna normale la situazione in Slovenia e Polonia. Il sottosegretario L'Abbate: "La chiusura di bar e ristoranti provocherà comunque un calo dell'export"

Le difficoltà nelle esportazioni dei prodotti agroalimentari italiani delle ultime ore, a fronte dell’emergenza coronavirus, sembrano essere state superate in modo positivo. Sono giunte, infatti, confortanti notizie dal confine sloveno dove dovrebbero varcare la frontiera tranquillamente anche i tir che attraversano il Paese per recarsi in altri Stati, a fronte del solo controllo della misurazione della febbre degli autotrasportatori. Rassicurazioni, poi, giungono dalla Polonia dove sia la catena locale di distribuzione alimentare Zabka che quella francese Carrefour hanno dichiarato che continueranno nell’approvvigionamento di prodotti enogastronomici dall’Italia.

“Nessun annullamento ordini dai supermercati in Polonia, pertanto, sebbene la situazione inizi a essere complicata anche negli altri Stati dove, a fronte dell’allargamento del contagio, saranno prese le medesime decisioni già attuate in Italia – dichiara il sottosegretario alle Politiche agricole, Giuseppe L’Abbate – Ringrazio il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, e tutta la diplomazia italiana che stanno conducendo un lavoro egregio per tutelare le imprese agroalimentari del nostro Paese. In particolar modo, il mio più sentito ringraziamento va all’attenzione con cui si è mossa l’Ambasciata italiana a Varsavia, difendendoci su un mercato storicamente importante per i nostri prodotti”.

“Purtroppo –prosegue il sottosegretario– la chiusura di ristoranti e bar negli altri Paesi comporterà sicuramente un annullamento di ordini e un calo delle esportazioni agroalimentari. Pertanto, rinnovo l’invito ai consumatori italiani a premiare l’immane sforzo che la filiera agroalimentare nazionale sta portando avanti, assicurando a tutti noi il cibo sugli scaffali. Consumate prodotti freschi e di produzione locale –conclude L’Abbate– facendo un po’ di attenzione in più all’etichetta. È un momento in cui siamo chiamati tutti a essere solidali e a avere maggiore sensibilità”.

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