Usa vs Ue, nuovi dazi in arrivo per l’agroalimentare

Avvio delle procedure, a Washington, per rivedere la lista dei prodotti importati dalla Ue. Interessati i due terzi del nostro export

Le associazioni di categoria chiedono di proseguire nella difesa della produzione made in Italy
Le associazioni di categoria chiedono di proseguire nella difesa del made in Italy

E’ stato ufficializzato oggi sul sito del dipartimento del Commercio statunitense (Ustr) l’avvio della procedura pubblica di consultazione per la revisione delle tariffe da applicare e della lista di prodotti europei colpiti da dazi addizionali a seguito della disputa sugli aiuti al settore aeronautico. Sotto attacco dei nuovi dazi del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, anche l’Italia visto che gli Stati Uniti interessano i due terzi del valore dell’export agroalimentare e nella lista definitiva compaiono vino, olio e pasta made in Italy, oltre ad alcuni tipi di biscotti e caffè per un valore complessivo di circa 3 miliardi di euro.

Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare come, nell’ambito del sostegno Ue ad Airbus, gli Usa sono stati autorizzati ad applicare sanzioni all’Unione europea per un limite massimo di 7,5 miliardi di dollari dal Wto, che dovrebbe però a breve esprimersi sulla disputa parallela per i finanziamenti Usa a Boeing, la quale darebbe a Bruxelles margini per proporre contromisure. Con la nuova consultazione, gli Usa minacciano di aumentare i dazi fino al 100% in valore e di estenderli a prodotti simbolo del made in Italy, dopo l’entrata in vigore il 18 ottobre 2019 delle tariffe aggiuntive del 25% che hanno colpito per un valore di mezzo miliardo di euro moltissimi prodotti italiani. Il nostro export agroalimentare in Usa nel 2019 è risultato pari a 4,7 miliardi ma –rileva la Coldiretti– con un aumento del 10% nel primo quadrimestre del 2020 nonostante l’emergenza coronavirus. Il vino, con un valore delle esportazioni di oltre 1,5 miliardi di euro, è il prodotto agroalimentare italiano più venduto negli States, mentre le esportazioni di olio di oliva sono state pari a 420 milioni, ma a rischio è anche la pasta con 349 milioni di valore delle esportazioni. Un settore finora in crescita nel 2020 nonostante l’emergenza coronavirus con un aumento del 10,3% nel primo quadrimestre dell’anno.

“Occorre impiegare tutte le energie diplomatiche per superare inutili conflitti che rischiano di compromettere la ripresa dell’economia mondiale duramente colpita dall’emergenza coronavirus”, afferma il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, nel sottolineare l’importanza della difesa di un settore strategico per l’Ue che sta pagando un conto elevatissimo per dispute commerciali che nulla hanno a che vedere con il comparto agricolo. “L’Unione europea – aggiunge Prandini – ha appoggiato gli Stati Uniti per le sanzioni alla Russia, che come ritorsione ha posto l’embargo totale su molti prodotti agroalimentari, come i formaggi. Il che è costato al Made in Italy 1,2 miliardi in quasi sei anni ed è ora paradossale che l’Italia si ritrovi nel mirino proprio dello storico alleato, con pesanti ipoteche sul nostro export negli Usa. Al danno peraltro si aggiunge la beffa, poiché il nostro Paese – ha concluso il presidente della Coldiretti – si ritrova a essere punito dai dazi Usa nonostante la disputa tra Boeing e Airbus, causa scatenante della guerra commerciale, sia essenzialmente un progetto franco-tedesco, al quale si sono aggiunti Spagna e Gran Bretagna”.

Confagricoltura, nostro export gia penalizzato

“Sollecitiamo un’iniziativa politica e diplomatica del governo sull’amministrazione statunitense per salvaguardare le nostre esportazioni agroalimentare. Già paghiamo un conto eccessivo per un contenzioso che non ci riguarda nè come Paese, nè come settore“. E’ la richiesta lanciata dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, a seguito dell’avvio delle procedure, a Washington, per rivedere la lista dei prodotti importati dalla Ue, sui quali si applicano dazi aggiuntivi dall’ottobre 2019. “L’iniziativa era in programma – rileva Giansanti – Rientra nel cosiddetto sistema carosello scelto dagli Stati Uniti per dare seguito alla pronuncia dell’Organizzazione mondiale del commercio che ha ritenuto illegali gli aiuti pubblici assegnati al consorzio Airbus. La precedente revisione è stata effettuata lo scorso febbraio senza ulteriori penalizzazioni per i nostri prodotti, grazie all’efficace azione svolta dal Governo”.

Attualmente i dazi aggiuntivi Usa, pari al 25% del valore, si applicano sulle importazioni dall’Italia di formaggi, salumi, agrumi e alcuni liquori per un controvalore di 500 milioni di euro. “Il modo migliore per risolvere un contenzioso che si trascina da oltre un decennio, sarebbe quello di un negoziato tra la Commissione e le autorità statunitensi. Finora è stato impossibile avviare le trattative – sottolinea il presidente di Confagricoltura – Per questo risulta essenziale l’iniziativa diretta del nostro Governo per tutelare le esportazioni agroalimentari italiane sul mercato Usa che superano i 4 miliardi l’anno”.

“Gli eventuali dazi aggiuntivi sui nostri prodotti avrebbero un effetto particolarmente pesante – conclude Giansanti – Sarebbero un ostacolo in più sulla strada del rilancio economico dopo l’emergenza sanitaria”. Confagricoltura evidenzia che, sulla base dei dati diffusi dalla Commissione Ue, per effetto dei dazi già in vigore, si è registrata una contrazione di 66 milioni di euro delle esportazioni agroalimentari dell’Unione sul mercato statunitense. La contrazione, più del 20%, ha riguardato soprattutto i vini francesi e spagnoli che, a differenza di quelli italiani, sono già sottoposti alle tariffe doganali Usa.

Commissione Ue preoccupata

Intanto, ieri la Commissione Ue si era detta preoccupata dalla minaccia americana di nuovi dazi punitivi su alcuni prodotti. Questa minaccia “crea incertezza per le aziende e infligge danni economici inutili ai due lati dell’Atlantico” in un momento in cui le imprese cercano di “superare le difficoltà economiche della crisi Covid-19”, ha spiegato un portavoce in un comunicato. “Siamo preoccupati” che i nuovi dazi “vadano oltre ciò che autorizza il Wto”, ha aggiunto.

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