Besana International, accordo per produrre frutta secca in Uzbekistan

Il progetto su 2mila ettari riguarderà nocciole, mandorle e pistacchi

La sigla dell'intesa tra l’ambasciatore della Repubblica dell’Uzbekistan in Italia, Otabek Akbarov, e il presidente di Besana, Pino Calcagni
La sigla del protocollo di intesa tra l’ambasciatore della Repubblica dell’Uzbekistan in Italia, Otabek Akbarov, e il presidente di Besana, Pino Calcagni

Besana, azienda alla quarta generazione con headquarter a San Gennaro Vesuviano (Na), che lavora 42 mila tonnellate di frutta secca, essiccata e semi, ha siglato un accordo per produrre nocciole, mandorle e pistacchi in Uzbekistan. Il progetto, che coprirà complessivamente una superficie di oltre 2mila ettari, prenderà il via nell’autunno del 2019 e proseguirà almeno fino al 2022.

L’azienda di San Gennaro Vesuviano metterà a disposizione degli operatori locali un modello di sviluppo “chiavi in mano”

A sottoscrivere il protocollo d’intesa, presso la sede di Unioncamere a Roma, l’ambasciatore della Repubblica dell’Uzbekistan in Italia, Otabek Akbarov, e il presidente di Besana, Pino Calcagni.  “La Repubblica dell’Uzbekistan – spiega Pino Calcagni – sta conoscendo in questi anni un periodo di forte sviluppo e di differenziazione del proprio business agroindustriale. Storicamente legata alla produzione del cotone, oggi l’economia locale, supportata dalla lungimiranza politica del suo presidente, avverte la necessità di sostituire e integrare queste coltivazioni. In tale contesto – prosegue Calcagni – si inserisce la richiesta che ci è stata fatta di affiancare il Paese per sviluppare coltivazioni di frutta secca, in particolare nocciole, mandorle e pistacchi”.

I terreni vengono dati in concessione a famiglie di agricoltori locali. Circa la metà rientrano all’interno del progetto BEK cluster, lanciato lo scorso anno nella regione di Syrdarya, all’interno del quale lavorano già oltre 5 mila persone. Altri mille ettari sorgono nella valle di Namangan, nella provincia di Pap. Besana metterà a disposizione degli operatori locali un vero e proprio modello di sviluppo “chiavi in mano”, con consulenza agronomica, know-how, fornitura delle piante propagate in laboratori certificati italiani (quindi libere da virus) e indicazioni sulla scelta delle macchine agricole più adeguate.

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