La frutticoltura trentina è sempre più sostenibile

Apot, l’Associazione Produttori Ortofrutticoli Trentini, ha presentato il 22 febbraio 2022 a Trento il bilancio di sostenibilità 2021

apot frutticoltura sostenibile

Apot, l’Associazione Produttori Ortofrutticoli Trentini, ha presentato il 22 febbraio 2022 a Trento il bilancio di sostenibilità 2021 in occasione del convegno periodico dedicato, quest’anno, alle api, all’agricoltura e all’ambiente.

Uno studio di approfondimento che fa parte del “Progetto Trentino Frutticolo Sostenibile”, l’iniziativa di monitoraggio e mappatura del territorio che dal 2016 Apot promuove con l’obiettivo di condividere con la comunità locale lo stato di salute dell’ambiente trentino. Un percorso di impegno verso il territorio, l’ambiente e le persone, che il settore frutticolo trentino ha sostenuto e soprattutto comunicato in una prospettiva di assoluta trasparenza.

Apot, che rappresenta i consorzi Melinda, La Trentina e la Cooperativa Copag, oggi raccoglie ben 6.487 aziende e 10.700 ettari, generando un fatturato di quasi 400 milioni di euro

Diversi gli obiettivi raggiunti in questi anni, tra tutti la crescita delle superfici coltivate con metodo biologico e la riduzione dell’impiego di fitofarmaci. In questi anni di forte progettualità, sono però cambiate le condizioni di mercato, con il comparto della mela compresso tra un potenziale produttivo europeo in netta crescita e prospettive di entrata di nuovi paesi competitori non lontani dai confini dell’Unione Europea, e una distribuzione moderna sempre più orientata a valorizzare i produttori capaci di migliorare le proprie performances ambientali e sociali.

Il Progetto Trentino Frutticolo Sostenibile

Alessandro Dalpiaz, direttore di Apot, presenta i dati di aggiornamento sullo stato della frutticoltura trentina nel suo percorso di sostenibilità. “Siamo particolarmente soddisfatti dell’andamento del progetto di sostenibilità adottato dai frutticoltori trentini. Tutti gli indicatori ci confermano che stiamo camminando sulla giusta strada, con un coinvolgimento sempre più ampio di Enti e soggetti che vedono nella sostenibilità un obiettivo preciso”, commenta Dalpiaz.

Molti i cluster seguiti nel 2021, come la qualità del suolo e delle acque; i risultati nel settore del biologico e le prospettive di sviluppo, la biodiversità, l’introduzione delle varietà resistenti, l’apicoltura, la riduzione delle emissioni e dei fitofarmaci, con risultati significativi e documentati.

Fitofarmaci: riduzione significativa negli ultimi anni

Tra i risultati ottenuti nel 2021, spicca il trend di riduzione dell’impiego di fitofarmaci, che passano da quasi 52 kg/ha nel 2012 a poco più di 30 kg/ha nel 2020 (-42% sul 2012).

Tra i fitofarmaci, gli insetticidi in particolare, passano da 33 kg per ettaro nel 2012 agli attuali 11 kg per ettaro nel 2020, in pratica un solo grammo per metro quadro.

Nel 2021 è stato ulteriormente affinato il metodo di calcolo del “rischio” connesso all’impiego di fitofarmaci, con l’adozione dell’Indice di Rischio armonizzato (HRI) impiegato a livello comunitario (in pratica il rischio rispetto a ciò che è utilizzato). Anche in questo caso la riduzione è molto significativa e, fatto 100 il rischio nel 2014, le scelte tecniche introdotte dal sistema APOT in collaborazione con il Centro di Trasferimento Tecnologico della Fondazione E. Mach, hanno portato ad una riduzione dei rischi associati all’impiego di fitofarmaci di oltre il 43% in sei anni.

L’adozione ormai generalizzata della produzione integrata è una delle espressioni più significative dell’attenzione verso la sostenibilità adottata dalla frutticoltura trentina. Un percorso fatto di scelte riguardo a nuove molecole più virtuose, sia sotto il profilo tossicologico che d’impatto sull’ambiente, che spesso anticipano l’evoluzione delle normative europee e nazionali.

Biodiversità: stabile e positiva la qualità biologica del suolo

Nel 2021 è proseguito anche il monitoraggio del livello di biodiversità dei terreni coltivati a frutteto, che confermano un profilo molto positivo di vita nel suolo, con un punteggio di 136,64 dell’indice QBS (Qualità Biologica del Suolo) rispetto al massimo di 160.

Sono in partenza nuovi progetti volti al mantenimento di questo parametro grazie ad accordi condivisi con importanti partner istituzionali.

Progetti biologico e impianti di varietà resistenti in assestamento

In aumento, seppur verso l’assestamento, le superfici coltivate a biologico, che nel 2021 arrivano a 483 ettari per le Op del sistema Apot. La stabilizzazione delle produzioni, secondo quanto dichiarato da Dalpiaz, è conseguente al forte sviluppo degli ultimi anni e all’attuale monitoraggio delle condizioni di mercato.

Il settore deve essere in grado di trovare una redditività tale da garantire un differenziale di prezzo (almeno tra il 20/30 %) rispetto all’agricoltura convenzionale, secondo Dalpiaz, una sostenibilità economica dnque oltre che ambientale. Prosegue bene anche il progetto che prevede la messa a dimora di varietà di melo resistenti ad alcune delle patologie del melo sugli areali produttivi trentini, arrivati a 131 ettari nel 2021.

Controlli e formazione

L’impegno verso la sostenibilità delle produzioni è confermato anche dal numero di controlli e dalla formazione sugli operatori. Sono stati 877 i controlli documentali (sui quaderni di campagna), di cui 95,2% sono risultati conformi; 242 sono le analisi residuali “estive” eseguite su frutticini e foglie (99,6% quelle conformi); 602 infine quelle residuali “autunnali” eseguite su 23 varietà (100,0% quelle conformi), con oltre 200.000 principi attivi ricercati.

Quasi totale anche la percentuale di conformità in merito alla corretta distribuzione dei diserbanti, con controlli mirati nelle aree di forte pendenza, o alla corretta gestione della tecnica della confusione sessuale, che ha certamente contribuito a contenere l’utilizzo di insetticidi. Ai controlli di conformità si aggiunge l’attività formativa sugli operatori che ha visto la partecipazione di 2.679 iscritti, di cui 8.037 ore frequentate dai frutticoltori (15 edizioni sono ad oggi in fase di erogazione in aula e 47 edizioni sono state erogate on-line).

Api, agricoltura e ambiente sistemi sempre più connessi

Durante il convegno sono stati affrontati i problemi che stanno caratterizzando l’agricoltura in conseguenza dei mutamenti climatici. Un grido di allarme che coinvolge tutti, in particolare i produttori, ad ogni latitudine del pianeta.

Dal palco del Teatro sociale di Trento ne ha parlato Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana e giornalista scientifico, che traccia il profilo di un’Italia ormai tropicalizzata e afferma che i fenomeni alluvionali e gli incedi sono destinati ad aumentare nei prossimi anni. “L’agricoltura è parte del problema ma anche della soluzione”, commenta Mercalli, senza nascondere la preoccupazione per il fenomeno del riscaldamento globale.

L’attenzione si è soffermata anche sulle api e sull’importante ruolo che svolgono in campo agricolo sia come soggetti impollinatori che come testimoni della salute del territorio e della biodiversità. Infine, uno sguardo di prospettiva rivolto al rapporto fra paesaggio, agricoltura e territorio, tracciato da Renzo Cottarella, amministratore delegato delle cantine Marchesi Antinori che racconta dell’importanza della sostenibilità del territorio per valorizzare al meglio il prodotto dal punto di vista commerciale. Secondo Cottarella, i tre driver della sostenibilità sono sintetizzabili nelle parole “persona, pianeta e profitto”, elementi irrinunciabili e interconnessi.

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato iscriviti alla newsletter gratuita.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome