Agrumi, boom di import dalla Spagna

Boom di agrumi spagnoli in Italia. Nei primi tre mesi del 2015 l’incremento dei volumi importati di arance, limoni e mandarini è, secondo i dati di Fruitimprese, arrivato al 38,4% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Si tratta di un vero e proprio picco nell’andamento della bilancia commerciale che ha caratterizzato il periodo gennaio-marzo di quest’anno e che fa da controcanto ad un parallelo calo dei volumi esportati (-2,5%).

Il trend. «L’incremento delle importazioni di agrumi – ci spiega Salvo Laudani, Marketing Manager della catanese Oranfrizer – è legato ad una particolare congiuntura. Innanzitutto le importazioni di questo periodo si riferiscono sostanzialmente a prodotti che provengono dall’emisfero nord, quindi dai paesi del Mediterraneo e più nello specifico dalla Spagna. L’incremento della domanda di agrumi provenienti dall’estero, corrisponde, d’altro canto, ad un significativo calo di produzione interna. Abbiamo avuto un raccolto minore anche del 40% rispetto alla scorsa stagione».

Le cause. Tra i motivi che hanno determinato un calo dei volumi prodotti nel Belpaese, fa certamente la sua parte il virus della tristezza degli agrumi ma tra le cause vanno annoverate anche le condizioni delle piante all’indomani dell’ultima stagione.

«Già dalla fine della campagna dell’anno scorso – continua Laudani – che è stata caratterizzata da una grande produttività, le piante presentavano feriture e legagioni, tutti segni che promettevano una minore produzione che poi si è realizzata. Se a questo aggiungiamo anche le condizioni climatiche primaverili che quest’anno non sono state favorevoli, il quadro si completa. La minore disponibilità di prodotto riguarda per lo più le produzioni tardive».

I prezzi. L’altro elemento di rilievo che emerge dall’analisi dei dati diffusi oggi da Fruitimprese, è quello legato al prezzo. Il calo dei volumi in export, infatti, è accompagnato da un incremento del valore del 7,3% che rivela sostanzialmente che sui mercati esteri i prezzi hanno tenuto più che bene.

«Anche sul mercato interno – chiosa Laudani – i prezzi hanno tenuto perché registrano comunque un incremento del 34%. La corsa al ribasso, data dai quattro punti percentuali di differenza con i volumi, si è avuta sui prodotti provenienti dall’estero che erano abbondanti e che hanno determinato una forbice di prezzo che avrà sicuramente creato interesse per l’offerta di prodotto straniero».

I dati. Guardando a tutti i dati del mercato diffusi da Fruitimprese, nel primo trimestre del 2015 si registra un leggero aumento complessivo delle esportazioni in volume (1,7%) ed un più consistente aumento in valore (6,3%); analoga situazione per le importazioni che crescono dell’1,3% in volume e del 13,6% in valore. Il saldo è di circa 355 milioni di euro con una riduzione del 7,4% rispetto al primo trimestre del 2014.

Complessivamente nel primo trimestre l’Italia ha esportato oltre un milione di tonnellate di prodotti per un valore di 1 miliardo e 173 milioni di euro. In volume segno positivo solo per la frutta fresca (8,1%) mentre risulta in calo la quota degli ortaggi (-4%), degli agrumi (-2,5%) e della frutta secca (-16,2%). In valore andamento completamente opposto: in calo la frutta fresca (-1,2%) e segno positivo per ortaggi (13,6%), agrumi (7,3%) e frutta secca (17,6%).

Per quanto riguarda le importazioni l’Italia ha importato circa 850 mila tonnellate di ortofrutticoli per un valore di 817 milioni di euro. Tra i singoli comparti incremento in volume per la frutta fresca (20,2%) e gli agrumi (38,4%) mentre si registra una diminuzione degli ortaggi (-5,5%), della frutta secca (-10,8%) e della frutta tropicale (-2,3%). In valore segno negativo per gli ortaggi (-7,1%) e positivo per tutti gli altri.

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