“Basta con le fake news, spazio all’innovazione in agricoltura”

E' il messaggio lanciato nel convegno promosso da Confagricoltura a Milano, su “Innovazione, lavoro, territorio, benessere e qualità”

Produrre di più con minori costi di produzione. Un obiettivo che l’agricoltura può raggiungere grazie all’innovazione, ossia grazie al progresso scientifico nell’impiego sempre più razionale dei prodotti fitosanitari e alle nuove biotecnologie che rendono le piante più resistenti e più produttive.

Bisogna però fermare le fake news che oggi circolano in campo agricolo su ogm, glifosate e biologico.

È il messaggio lanciato nel convegno promosso da Confagricoltura a Milano, su “Innovazione, lavoro, territorio, benessere e qualità”. Si sta invece diffondendo – ha detto Massimiliano Giansanti, presidente dell’organizzazione agricola – la cultura del no a prescindere, in virtù di un’ideologia o di una visione politica. L’Italia esporta di più, ma importa anche più prodotti agricoli e materie prime. Questo deve far riflettere sulla competitività della nostra agricoltura”.

Occorre quindi accelerare sull’innovazione e sui suoi driver, come l’agricoltura di precisione la genetica, l’adattamento ai cambiamenti climatici, il controllo delle infestanti e delle malattie delle piante, le tecnologie dell’informazione, i big data e la digitalizzazione.

La senatrice Cattaneo: “Sugli ogm si mente da 20 anni”

Il recupero di competitività del settore primario passa anche attraverso gli ogm e le nuove biotecnologie, che come ha spiegato la senatrice Elena Cattaneo, direttrice del Laboratorio di Biologia delle cellule staminali e Farmacologia delle malattie neurodegenerative del dipartimento di bioscienze dell’Università di Milano – che oggi permettono di modificare il dna senza neppure tagliarlo”.

Inaccettabile anche il divieto di ricerca sugli ogm in campo aperto. “Nessun ogm autorizzato per la commercializzazione – ha detto – ha mai causato un ricovero, né si è mai dimostrato pericoloso per la salute umana. Ci sono 700 studi su piante ogm di cui solo 35 esprimono qualche preoccupazione e sono quelli europei che arrivano soprattutto dall’Italia, una fabbrica delle bufale anti-ogm. Sono 20 anni che su questo argomento si mente. Non li coltiviamo, ma poi li mangiamo perché li importiamo”.

Anche sul biologico occorre fare chiarezza: le analisi indicano che le produzioni bio non contengono più nutrienti, quindi non sono più salutari rispetto ai prodotti convenzionali.

Il valore percepito del biologico e il glifosate

Perché allora il bio deve costare il 110% in più? “Gli viene caricato – sostiene Cattaneo – un valore percepito grazie al marketing. In realtà è poco produttivo e richiede più terra, quindi teoricamente potrebbe avere un impatto maggiore sull’ambiente”.

Stesse informazioni errate circolano anche sul glifosate: “le evidenze scientifiche indicano, ha ricordato Cattaneo – che è efficace su tutte le malerbe, non inquina l’ambiente ed è poco costoso, ma soprattutto che non presenta nessun rischio cancerogenico sull’uomo come dimostrano autorevoli studi scientifici”. D’accordo anche Angelo Moretto del dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche dell’Università degli Studi di Milano, membro della commissione Fao Oms che ha valutato gli effetti del disinfestante.

Moretto ha illustrato anche l’iter che porta all’autorizzazione dei prodotti fitosanitari secondo il regolamento 1107 del 2009. “Occorrono anni e investimenti per decine di milioni di euro per lo studio, l’approvazione e l’autorizzazione di una molecola. Il limite massimo di residuo – ha spiegato – è solo un indice di applicazione delle buone pratiche agricole, non è un indice sanitario”.

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