Le novità che abbiamo trovato agli stand di Macfrut, giorno 2

Crescono le referenze a residuo zero, mentre si fanno strada nel banco fresco alcune innovazioni

Calendarizzazione della produzione, sostenibilità, sviluppo di prodotti ad alto potenziale nutritivo, innovazione varietale, ricerca di nuove forme di consumo per prodotti già maturi. Questi i mantra che risuonano tra gli stand dei produttori mentre si confermano, nella loro disarmante attualità, le problematiche legate al ricambio generazionale e alla conseguente limitazione in termini di investimenti visto il caro energia e materie prime.

Difficoltosa e lacunosa, inoltre, la promozione e la comunicazione per le aziende di piccole dimensioni, che spesso non centrano il bersaglio risultando del tutto inefficaci. Bene invece dove si promuove il prodotto con una certa unità d’intenti, come nel caso Sweetango, la nuova varietà premium lanciata dai tre player Melinda, Vip e Vog.

Nuove forme di consumo per consumatori maturi

Sono tante le aziende che tentano la strada dell’educazione alimentare per portare al proprio tavolo consumatori già collaudati e nuovi adepti. Se ne è parlato al convegno che ha riunito gli esperti del settore pataticolo, ortaggio che ha visto una certa ribalta nel periodo pandemico, complice la prolungata shelf life del prodotto..

Il Consorzio Selenella, uno dei primi nel settore a proporre un prodotto arricchito, ha saputo negli anni costruire un’immagine nuova intorno al prodotto tradizionale acquisendo così una brand awareness tra le più elevate. Oggi il Consorzio punta ad acquisire consumatori nuovi andando a cercarli tra famiglie e giovani tramite campagne di comunicazione digitale, senza mai abbandonare la coerenza degli esordi.

Grazie alla ricerca, anche Valfrutta Fresco ha sdoganato un prodotto tra i più noti, il cavolfiore. È stato presentato in fiera Fioretto, una brassicacea con caratteristiche e gusto che poco hanno in comune con l’ortaggio classico. In termini estetico-morfologici il prodotto ha una ramificazione delle infiorescenze diversa, mentre sotto il profilo organolettico si distingue per la sua particolare dolcezza. Inoltre, aspetto non poco rilevante, non sviluppa odori in fase di cottura, assicura Davide Drei, ufficio commerciale di Valfrutta Fresco.

La nuova referenza rappresenta il punto di arrivo di un progetto che parte da lontano: Fioretto, infatti, è un marchio di Tokita, breeder giapponese che ha selezionato e sviluppato questa tipologia di cavolfiore insieme ad altri prodotti. Il prodotto, oggi ancora poco conosciuto tra i consumatori, gode invece di una certa notorietà tra gli addetti ai lavori (chef stellati in primis) che si contendono l’utilizzo per piatti gourmet. A dispetto del passato, i trend di consumo si consolidano direttamente nelle cucine dei grandi chef.

Referenze inedite per il banco del fresco

Tante le novità tra i vari stand per la IV Gamma. Tra tutte, le nuove referenze lanciate da Spreafico tra cui spicca un inedito fresh cut di patatine tagliate a mano, già viste a Berlino, pronte per essere cucinate con friggitrice (anche ad aria) o in padella. Il prodotto viene proposto in confezione da 350 grammi che potrà diventare anche più grande per il canale Horeca. “Una patata rustica, con shelf life di 7 giorni, proveniente da fornitori certificati di Paesi Bassi, Germania, Italia, con un’unica varietà di riferimento” racconta il responsabile IV Gamma dell’azienda Pasquale Lauria.

Le altre novità consolidano la linea Frueat, a partire dal Kit Pokè, declinato in tre ricette da 200 grammi: melagrano, avocado, ananas; melagrano, finocchio, arancia; pomodorini, avocado, mango. A questo si aggiunge anche una linea biologica di 4 referenze (kiwi, ananas, melagrana, macedonia di tre frutti), disponibile pressol retail dalla prossima settimana.

Altra novità sono gli estratti: un tris di referenze già pronte per essere utilizzate con l’estrattore. In linea con il trend del momento, che vede l’avocado tra i prodotti più performanti del mercato, Spreafico lancia una referenza di materia prima per fare la salsa guacamole tra le mura domestiche, un mix di avocado, pomodorini e lime. 

Residuo zero e prodotti nichel free tra gli stand

Linea Zero Residui Op Consorzio Funghi Treviso
Linea Zero Residui Consorzio Funghi Treviso

La O.P. Funghi di Treviso ha lanciato l’ultima novità, una referenza provvista di una certificazione che garantisce l’abbattimento dei residui di fitofarmaci al di sotto del limite di misurabilità. L’azienda trevigiana è la prima del mondo dei funghi coltivati a compiere questo passo.

Al momento, le referenze coinvolte nella linea “Zero Residui” sono Champignon Crema e Portobello, per proseguirà con Champignon Bianco, Pleurotus, Pioppino e Cornucopiae. Per assicurare una corretta identificazione dei prodotti senza residui, la O.P. Consorzio Funghi di Treviso ha adibito fungaie e stanze dedicate, perfettamente isolate e identificate.

La nuova linea di I gamma evoluta va ad aggiungersi a quella dei prodotti “Spadella il Gusto”, una combinazione di funghi con altre materie prime anche territoriali (radicchio, cipolla di Tropea).

Agricola Azzurra, società specializzata nella produzione e commercializzazione di prodotti ortofrutticoli che prende il suo nome e che si prenda cura di tutti gli anelli della catena del valore – dalla produzione alla distribuzione in gdo – valorizzando l’utilizzo di metodi di coltivazione sostenibili e produzioni certificate bio, Residuo Zero, Nichel Free, Dop e Igp.

L’innovazione è in campo con l’anguria Dolce Passione

Lamboseed Cocomero buccia neraA dispetto del nome, il breeder è italiano e si chiama Lamboseeds e ha impegnato ben 7 anni nella sperimentazione e ricerca. Il risultato, che ha incontrato il favore di due importanti aziende di commercializzazione del settore Alma Seges (Eboli, Salerno) e Ortofrutta Castello (Stanghella, Padova) è invece sotto gli occhi e il palato del consumatore e si chiama Dolce Passione.

Un’anguria dalla buccia nera brillante e uniforme, dotata di polpa rossa vivace e croccante, con un gusto dal carattere zuccherino importante (grado brix non inferiore a 12,), ricca di fibra grazie anche all’assenza del seme e dalla pezzatura contenuta (tra i tre e i cinque chili). La produzione, in questa prima fase a ridosso del lancio, si attesta su circa 40mila quintali ed è dislocata in varie parti d’Italia (dalla Sicilia sino alla Lombardia) per un’area complessiva di circa 100 ettari, selezionando le aree più vocate della produzione del cocomero ma è il suo destino è nella parte alta dei numeri.

Secondo gli esperti, infatti, i consumi dell’anguria sono superiori a quelli delle banane. Si stima che a livello mondiale la produzione si avvicina ai 100 milioni di tonnellate facendolo diventare il frutto più consumato. Inoltre, in futuro il consumo di questo prodotto potrebbe ancora aumentare favorito dall’incremento delle temperature del pianeta che potrebbero potenzialmente influenzare l’aumento dei consumi soprattutto in estate. A questo si aggiungono le qualità nutrizionali e il ridotto apporto calorico.

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