La quarta gamma contiene conservanti: lo credono 9 giovani su 10

Emerge da un’approfondita indagine di Astraricerche per il Gruppo Prodotti Ortofrutticoli di IV Gamma di Unione Italiana Food

Mario Piccialuti, direttore generale Unione Italiana Food, e Simona Mastrantuono di AstraRicerche
Mario Piccialuti, direttore generale Unione Italiana Food, e Simona Mastrantuono di AstraRicerche

Consumati da quasi 8 italiani su 10 per la comodità, con le insalate in busta al vertice delle preferenze, ma ancora gravi lacune sulla conoscenza, come l’erronea convinzione che i prodotti della quarta gamma contengano dei conservanti (il 75% del totale degli intervistati, l’87% nella fascia d’età 18-29, con la punta del 91% nelle giovani donne!). E nel pregiudizio ideologico ci cascano proprio i giovani, nonostante siano i maggiori utilizzatori di questi prodotti di servizio. Sono alcuni dei dati sorprendenti dell’indagine Astraricerche per il Gruppo Prodotti Ortofrutticoli di IV Gamma di Unione Italiana Food. Condotta a agosto 2024 su un campione di mille persone, è stata presentata a Milano da Simona Mastrantuono, alla presenza del direttore generale Unione Italiana Food, Mario Piccialuti. 

Più informazione mirata contro i pregiudizi sull’industria

Infografica quarta gamma realizzata da Digital Sense
Infografica realizzata da Digital Sense

“C’è un problema di informazione -ha spiegato Piccialuti-. Esiste un condizionamento sull’industria agroalimentare vista come soggetto che può fare sconti di qualità, una visione distorta dell’impresa. In realtà può offrire più controlli. Il 70% delle tossinfezioni alimentari trova origine nelle mura domestiche. Oggi si parla di ozono per i lavaggi, raggi Uv, la ricerca non finisce ma di svilupparsi, il vertical farming che cerca di neutralizzare i rischi della stagionalità: l’industria mediamente investe il 2-3% in ricerca e sviluppo. Non mi sorprende la posizione dei giovani, soprattutto la parte di sostenibilità, che è cultura positiva. Ci deve invece far riflettere la parte di prevenzione industriale, pur riconoscendo il vantaggio del servizio. Le associazioni e le aziende devono migliorare la comunicazione a un pubblico più giovane, informando per esempio che l’uso di un fitosanitario sotto la soglia fissata dalle regole Ue è sicuro. Ma il tema dell’educazione alimentare non può essere solo nostro”.

Lo stato di salute e il Tavolo congiunto con la gdo

Dal punto di vista economico lo stato di salute della quarta gamma è buono. “Ma che fatica! Nei primi sei mesi del 2024 ha realizzato 530 milioni di fatturato, 406 milioni di confezioni. Sui 12 mesi siamo oltre 1 miliardo di ricavi. Però dipendiamo dalla natura, il problema climatico è drammatico, abbiamo un costo dell’energia che è il 30-50% più alta rispetto ad altri Paesi europei, come la Francia. La marginalità delle aziende pertanto si riduce”.

Ci sono poi questioni relativamente alla modifica della normativa (la parte più vecchia risale al 2011). “Le aziende, tramite la nostra associazione, hanno richiesto un aggiornamento. Abbiamo chiesto al ministero dell’Agricoltura l’istituzione di un Tavolo congiunto multistakeholder (compresa la distribuzione) e dovremmo essere convocati a breve. Tra le nostre proposte c’è l’estensione da sei a otto giorni della shelf-life, il processo di produzione che preveda due lavaggi, una serie di indicazioni in etichetta, poi c’è il miglioramento della logistica. Il rischio maggiore non è quello da vertical farming, ma per esempio la prima gamma evoluta, per la confusione del prodotto che si può determinare a scaffale“.

Sei consumatori su dieci interrompono la catena del freddo

Tra le criticità emerse dalla ricerca anche il mancato rispetto della catena del freddo: più della metà del campione la interrompe, non utilizzando la borsa frigo nel tragitto supermercato-casa. “Il freddo è l’unico elemento utilizzato per preservare la freschezza e la qualità dei prodotti. Proprio per questo ancora ci preoccupa il dato che ci rivela che più della metà dei consumatori (63%) interrompa la catena del freddo” rimarca Andrea Battagliola, presidente del Gruppo Prodotti Ortofrutticoli di IV Gamma di Unione Italiana Food. Sul significato poi di quarta gamma il 57% del campione intervistato sostiene di non averlo mai sentito, il 29% lo ha sentito ma non ne conosce il significato e solo il 14% gli attribuisce il significato corretto.

Il consumo in casa batte l’ufficio

Infografica quarta gamma realizzata da Digital Sense
Infografica realizzata da Digital Sense

Comodi, fanno risparmiare tempo, sono buoni e antispreco: per contro i prodotti di quarta gamma hanno ormai conquistato gli italiani per l’alto livello di servizio. Il 52% dei rispondenti dichiara di acquistare per la comodità e per risparmiare tempo; il 32% perché sono pratici da consumare fuori casa; il 31% per la porzionatura, e un altro 31% perché si evitano sprechi di prodotto. Il 78% del campione li acquista spesso (tutte le settimane il 45%). Solo il 4% degli intervistati dichiara di non acquistarli mai. I consumatori più assidui sono gli uomini di 30-39enni (61%), che risiedono nelle grandi città. “Un 7% evidenzia la possibilità di tante ricette innovative -ha fatto notare Mastrabuono-. Il tema innovazione è ricorrente nei giovani tra 18-29 anni”.

L’87% del campione sostiene di consumare i prodotti di quarta gamma a casa. Poco più di un terzo degli acquirenti lo fa fuori casa: il 20% in ufficio o a scuola e altrettanti in viaggio o all’aperto. Il 52% degli italiani coinvolti nell’indagine dichiara poi di cercare ricette cui ispirarsi per usare i prodotti di quarta gamma acquistati, soprattutto  da siti online e social.

Insalate sul podio, bene le zuppe

Infografica quarta gamma realizzata da Digital Sense
Infografica realizzata da Digital Sense

Scontato che il prodotto preferito dagli italiani sia l’insalata in busta, acquistata dal 73% del campione, seguita dalle verdure in busta pronte da cuocere (acquistate dal 67% del campione), le insalate arricchite in ciotola (36%). Sullo stesso livello le zuppe e vellutate pronte (30%) e la frutta lavata e tagliata (29%). Il 41% del campione, in particolare, acquista zuppe e vellutate pronte con regolarità. Tra i driver di acquisto, spiccano, con l’84% dei rispondenti, l’essere fatte con materie prime di altissima qualità, prodotte utilizzando materie prime italiane (79%) e fatte con verdure di stagione (77%). C’è  anche un 46% che le apprezza per la ricerca di ricette nuove, con i giovani più sensibili a questo driver.

Il confronto con la prima gamma

Infografica quarta gamma realizzata da Digital Sense
Infografica realizzata da Digital Sense

Agli intervistati è stato anche chiesto di mettere a confronto i prodotti di quarta gamma con quelli freschi preparati in casa (prima gamma). La quarta gamma è preferita  in relazione alla riduzione degli sprechi alimentari complessivi (51% del campione); risparmio idrico rispetto alla preparazione domestica (34%) e dal punto di vista igienico (45%). “Tra le criticità (28%) l’elemento del chimico, molto più sentito tra i giovani” rimarca Mastrantuono. “Il prodotto di quarta gamma nell’uso domestico è a scarto zero -sottolinea Battagliola-. Per quanto riguarda l’acqua il procedimento di lavaggio industriale consuma circa il 90% di acqua in meno rispetto a quello domestico, a parità di prodotto. E dal punto di vista nutrizionale, gli ortaggi di quarta gamma sono equiparabili a quelli di I gamma”.

Packaging, consumatori soddisfatti

Relativamente agli imballaggi, gli intervistati ritiene la busta di plastica adatta al prodotto per la sua conservazione e facilmente smaltibile nella raccolta differenziata. I packaging sono ritenuti inoltre molto chiari sulla modalità di smaltimento. E infatti, correttamente, il 76% li smaltisce nella plastica a circa un 10% nell’umido. “Stiamo lavorando per una riduzione delle confezioni in plastica -fa sapere Piccialuti-. Gli obiettivi del Green Deal sono giusti ma occorre dare tempi adeguati all’industria. Stiamo lavorando con il Consorzio nazionale imballaggi per fare in modo che la raccolta diventi ancora più virtuosa e fare in modo che i film plastici possano essere recuperati al meglio dai comuni e indirizzati al meglio ai riciclatori”. Il lato negativo tocca ancora una parte dei giovani (28%) che rileva come la confezione possa alterare a volte il sapore. “I giovani tendono ad avere preconcetti negativi sui prodotti di tipo industriale, una comunicazione su questa categoria che illustri i punti di forza potrebbe servire” chiosa Mastrantuono.

 

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