Mele, nuove varietà in cerca di mercati

    L’innovazione ha guidato l’11a edizione di Interpoma a Bolzano. In primo piano la ricerca varietale rivolta alle mele club, formula commerciale alla base delle strategie dei principali player del settore. A voler essere esaustivi su tutte le varietà portate a Bolzano dagli espositori si finirebbe per dimenticarne qualcuna. Ne scegliamo due, una gestita secondo la formula club e una secondo quella della produzione controllata, indicative di come si sta muovendo il mondo produttivo per gestire i volumi e ritagliarsi una posizione nel mercato globale. Vivaio Feno ha presentato a Interpoma Tessa, il marchio commerciale della varietà Fingapi, frutto dell’incrocio tra Gala e Cripps Pink e, sempre in fiera, è stato siglato un accordo per l’esclusiva di commercializzazione in Italia con Apot (consorzi Melinda e La Trentina), mentre la produzione vede coinvolti anche il consorzio Mezzacorona e Asta Frutta. Tessa è una mela molto dolce (14-15° Brix), bassa acidità (4-5 grammi per litro) ed elevata durezza che mantiene anche durante la conservazione. Si raccoglie 2-3 giorni dopo la Golden Delicious. I primi impianti commerciali sono stati messi nella primavera 2018 in Italia, Olanda, Germania e Austria. Al 2022 sono previsti in Europa impianti per mille ettari e in Italia 250 ha. Tessa sarà distribuita a pieno regime in gdo dal 2020. Fa invece il suo ingresso sul mercato proprio da questa campagna Bonita (incrocio tra Topaz e Cripps Pink), una varietà a produzione controllata (non un marchio di commercializzazione), resistente alla ticchiolatura, che perciò si presta anche per il biologico, molto più produttiva della Gala, dal gusto dolce e croccante che si raccoglie 7 giorni dopo la Golden Delicious. In Italia è prodotta e commercializzata da Vog e da Vi.P, in Europa impianti sono in Austria, Francia, Slovenia, Paesi Bassi e Belgio per un totale di 240 ettari. L’Italia ricopre un ruolo centrale nel mercato europeo della mela. Una mela italiana su due è destinata all’export, ma rispetto ad altri importanti produttori del Vecchio Continente, dopo le primavere arabe e l’embargo russo, non è riuscita ad aprirsi nuovi sbocchi commerciali a differenza per esempio della Francia che esporta in Cina, Taiwan e Vietnam. A denunciare questa situazione è Giulia Montanaro di Assomela auspicando da parte del governo un potenziamento delle risorse umane preposte a seguire i negoziati. Linda Carobbi, corporate director del Fresh Fruit VM della Savino del Bene, aggiunge che sul fronte logistico l’Italia è pronta per il commercio in Estremo Oriente: i tempi di transito marittimo attualmente esistenti dai porti italiani verso Cina, Thailandia, Vietnam e Taiwan sono sostanzialmente i medesimi di quelli dai porti francesi: 33-38 giorni per arrivare in Cina, 35-42 giorni per gli altri paesi a seconda del porto di imbarco e di sbarco.

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