Una produzione di buona qualità anche se in contrazione del 10%. Ma occorre scongiurare la tentazione di raccolte anticipate. L’invito, alla luce dell’imminente campagna del kiwi, arriva dai delegati italiani che hanno partecipato a Torino alla 38esima Convention dell’International Kiwi Organization.
Il summit torinese ha ribadito la necessità di difendere il prodotto di qualità made in Italy: attenzione alla contraffazione
Di fronte alla stabilità dei quantitativi di Grecia e Francia, si preannuncia un leggero calo degli stock italiani. Volge invece al termine la stagione del kiwi nell’Emisfero Sud: il Cile chiude in questi giorni gli imbarchi e la Nuova Zelanda si presta a concludere le spedizioni. Davanti a questo scenario i 38 delegati italiani Iko, riuniti al summit torinese, hanno sottolineato che va scongiurato il rischio di raccolte anticipate. E hanno allertato sullo spinoso problema della contraffazione, ribadendo l’importanza della difesa della valorizzazione dell’origine del prodotto.
Chiesta un’azione congiunta europea contro la cimice asiatica
Durante il vertice sono state affrontate anche le tematiche legate agli aspetti fitosanitari, come la batteriosi e la moria dei kiwi. Di estrema importanza la questione cimice asiatica. I delegati hanno riconosciuto la necessità di sensibilizzare le Istituzioni dei diversi Paesi, in vista di un’azione congiunta in Europa. Approvata, infine, all’unanimità la proposta avanzata da Patrizio Neri, coordinatore del summit torinese, di “creare un Comitato ad hoc in grado di raccogliere ed elaborare concretamente dati e numeri di quei Paesi che si stanno affermando con prepotenza sulla scena internazionale ma rispetto ai quali non si hanno informazioni precise”.
