Bio, ricavi sempre più risicati per le aziende specialiste

Fatturati aumentati solo dell’1% e redditività in calo dell’1% secondo uno studio Pambianco sulle 10 aziende leader

Un'isola bio in un reparto della gdo
Un'isola bio in un reparto della grande distribuzione

La locomotiva del bio continua a tirare a doppia cifra. Ma per le aziende specialiste si riducono ricavi e margini di guadagno. È quanto risulta dalla fotografia scattata da Pambianco Strategie di Impresa, che ha elaborato uno studio sui fatturati delle dieci aziende italiane leader del comparto bio.

Rallenta il boom per l’entrata in campo delle imprese generaliste, che possono far leva sul prezzo 

Nella sola gdo, nei primi sette mesi del 2018, i consumi sono cresciuti del 14% (dati Osservatorio Sana). Numeri ben lontani dalla crescita dei ricavi delle dieci aziende italiane leader del comparto bio. Secondo il dossier Pambianco Strategie di Impresa sono aumentati solo dell’1% attestandosi intorno ai 400 milioni di euro. La  redditività si è ridotta. La percentuale di Ebitda sul fatturato è scesa dal 7% al 6%. La spiegazione del rallentamento, secondo quanto affermano le aziende specializzate bio, va ricercata nell’entrata in campo di quelle generaliste e nella competizione messa in atto.

La classifica delle dieci aziende bio top

Le prime dieci aziende bio per ricavi
La prime dieci aziende bio

Il leader biologico è italiano si conferma Rigoni di Asiago con 112,5 milioni di ricavi, in fase di assestamento con l’entrata del nuovo socio di minoranza Kharis Capital. Seguono al secondo e terzo posto della classifica, divisi da meno di un milione di euro, Alce Nero e Brio. La prima ha incassato 74,3 milioni di euro con un incremento di circa il 2%, dopo due esercizi ad alto rendimento (+45% nel 2016 e +25% nel 2017). Brio, terzo player italiano del bio, ha chiuso a 73,5 milioni di ricavi con un balzo dell’11,5%: una crescita però in assenza di marginalità. Al quarto posto la siciliana Damiano, specializzata nella trasformazione della frutta secca bio. Con un giro d’affari di oltre 45 milioni di euro, un incremento del 16,5% del fatturato e una marginalità prossima al 10% dei ricavi rappresenta una vera eccezione.

Al quinto Probios, realtà ormai consolidata nella distribuzione degli alimenti biologici vegetariani, che ha chiuso l’esercizio con poco più di 25 milioni di ricavi. La classifica è completata da Natura Nuova, Sarchio, Scaldasole, Germinal Italia e Poggio del Farro. Quest’ultima, specializzata negli alimenti bio a base di farro, è stata in grado di realizzare una crescita di quasi il 20%, con il più importante Ebitda percentuale del comparto (18% sul fatturato).

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