Al via la campagna dell’Arancia Rossa di Sicilia Igp

La prima varietà è l’arancia moro. Il presidente del Consorzio sale sull’Etna per ringraziare il vulcano dell’escursione termica necessaria alla pigmentazione

L'Arancia Rossa di Sicilia Igp deve la sua pigmentazione allo sbalzo termico
L'Arancia Rossa di Sicilia Igp e sullo sfondo l'Etna

Parte la campagna di commercializzazione dell’Arancia Rossa di Sicilia Igp, da quest’anno nella top 5 dei prodotti ortofrutticoli freschi più apprezzati in Italia. Si comincia con l’arancia moro, per entrare nel vivo a gennaio inoltrato con l’arrivo del tarocco rosso, e concludersi in primavera con la dolcissima arancia sanguinello.

Un prodotto nutraceutico ricercato anche all’estero

Gerardo Diana, il presidente del Consorzio, salita all'Etna con le arance moro
Gerardo Diana, il presidente del Consorzio, salita all’Etna

L’Arancia Rossa di Sicilia Igp, ricercata per le qualità nutraceutiche anche all’estero, sarà presente sugli scaffali della gdo per quattro mesi all’anno. Complessivamente gli ettari registrati sono 6mila. Nella campagna 2021-22 il prodotto certificato e immesso in vendita ammonta a 30 mila tonnellate, per un valore di 40 milioni di euro.

I benefici dell’Arancia Rossa, ricca in antociani (polifenoli) sono dovuti allo sbalzo termico per la presenza dell’Etna. Per celebrare l’avvio della stagione Gerardo Diana, il presidente del Consorzio ha effettuato una ascesa alle quote sommitali del vulcano. Diana è partito a piedi dal rifugio Sapienza (1910 mt slm), con il cane Trilly, il fotoamatore Domenico Cicala e un piccolo carico di arance moro, dalla polpa color rosso lava, raggiungendo le quote sommitali.

“Ho voluto rendere omaggio, a nome dell’intero Consorzio, al nostro grande vulcano che con le sue escursioni termiche riesce a dar colore alle arance coltivate con cura e amore lungo tre stagioni. Lavoriamo nove mesi per arrivare a avere un frutto perfetto, ma senza l’aiuto della natura tutto il nostro impegno sarebbe vano. Così con questo gesto simbolico, che ci piacerebbe diventasse una tradizione, ho inteso ringraziare l’Etna”.

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