AgruMi 2018: la Tavola rotonda Agrumi d’Italia, mercati e paesaggi

Il valore degli agrumi: non solo vitamina C, ma anche memoria, bellezza e paesaggio

Limitare il valore di un’arancia alla pezzatura, all’assenza di residui e ad un alto contenuto di vitamina C sarebbe sbagliato; sono caratteristiche essenziali e fondamentali del prodotto, ma accanto a queste c’è molto altro: memoria, bellezza e paesaggio. Con questo pensiero Giuseppe Barbera, docente di colture arboree all’università di Palermo, ha concluso la tavola rotonda “Agrumi d’Italia, mercati e paesaggi” tenutasi domenica 18 febbraio a Milano presso Villa Necchi Campiglio, bene del Fai che ha ospitato la settima edizione di AgruMi (17 e 18 febbraio).

Gli agrumi: biodiversità e territorio

L’educazione del consumatore è importante per conservare le biodiversità e mantenere vive le conoscenze e le esperienze del passato che unitamente all’integrità dell’ambiente sono un grande patrimonio.

È significativo il ruolo della Grande distribuzione che si interpone tra produttore e consumatore. Spesso la proposta è limitata alle referenze più gradite riducendo la reale possibilità di scelta dell’acquirente.

Il mandarino con i semi nonostante profumo e sapore eccellenti, non è da tutti apprezzato e le insegne riducono la sua presenza nel reparto ortofrutta; ne consegue che le aziende agricole produttrici tendono ad abbandonarne la coltivazione, sottolinea Andrea Valenziani, coordinatore di Rete InCampagna. Una maggiore informazione nel punto di vendita sulle peculiarità dei vari agrumi ed un’offerta più variegata contribuirebbero ad evitare la scomparsa delle biodiversità e a tutelare e conservare il paesaggio.

Nell’interesse del consumatore e a salvaguardia del prodotto ortofrutticolo made in Italy, sarebbe inoltre auspicabile una più attenta legislazione a livello europeo – ricorda Gerardo Diana, presidente nazionale Federazione agrumicola Confagricoltura -. In Italia, ad esempio, non sono consentiti alcuni trattamenti chimici agli agrumi a cui vengono invece sottoposti i frutti di importazione.

Turismo e agricoltura

Fabio Naselli, vicepresidente del Centro di ricerche sul turismo relazionale integrato, aggiunge che la valorizzazione del prodotto agricolo avviene anche attraverso la promozione del turismo nelle zone di coltivazione. Si crea così un connubio turismo-agricoltura dal quale nascono la riscoperta di sapori antichi, tradizioni lontane e paesaggi diversi.

Nella splendida cornice della villa icona del déco anni Trenta nel cuore di Milano, presenti alla mostra-mercato numerose aziende produttrici di marmellate, mostarde, confetti, oli e mieli; ma anche cosmetici, profumi, decori e una collezione di capi Orange Fiber, prodotti con un filato ottenuto dal “pastazzo” (scarti delle arance).

Un weekend davvero succoso.

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