Storie Aromatiche: “Investiamo su prodotti sempre più sostenibili” #vocidellortofrutta

La giovane azienda campana, che ha il core business nella Gdo, come racconta Silvio Gallo, punta a crescere guardando alla tutela ambientale: produzione bio, idroponica e pack compostabile

Il basilico è il prodotto di punta di Storie Aromatiche, azienda del Napoletano
Il basilico è il prodotto di punta di Storie Aromatiche

“Le aromatiche sono un mercato in crescita: abbiamo deciso di puntare al settore bio attraverso coltivazioni in serre idroponiche. Noi guardiamo anche all’impatto ambientale e con idroponica e aeroponica abbattiamo i consumi d’acqua del 90%, così come dei fertilizzanti”. Silvio Gallo, con il fratello Alessio, porta avanti la nuova azienda di famiglia nata nel 2018, con alle spalle l’esperienza di tre generazioni nell’ambito del florovivaismo. Bio, sostenibilità, packaging compostabile sono le parole d’ordine per continuare a crescere nel settore.

Come nasce Storie Aromatiche?

Silvio Gallo, titolare di Storie Aromatiche
Silvio Gallo

L’attività florovivaistica di famiglia nasce più di 50 anni fa: siamo alla terza generazione. Il florovivaismo nell’ultimo decennio ha avuto un crollo. Nel 2018 io e mio fratello Alessio abbiamo deciso di investire in una nuova linea di prodotti ed è nata Storie Aromatiche.

È un mercato in crescita: abbiamo deciso di puntare al settore bio attraverso coltivazioni in serre idroponiche. Con l’idroponica riusciamo, tra l’altro, ad abbattere del 90% il consumo delle acque. Facciamo anche Floating System (un’acquaponica) per il basilico da taglio o bouquet.

Qual è il prodotto di punta nella gdo?

Basilico prodotto da bio Storie Aromatiche
Basilico bio Storie Aromatiche

Basilico per il 70%: lo richiede il mercato.  Ma è anche uno dei prodotti più delicati. Viene colpito dalla peronospora e a oggi non esistono prodotti bio in grado di debellarla totalmente. Bisogna pertanto lavorare con la tecnologia sul controllo delle condizioni di temperatura e climatiche per disincentivarne lo sviluppo.

Una parte dell’azienda di famiglia è stata convertita nella produzione di basilico principalmente da vaso: unico modo (oltre al bouquet) per avere la certificazione bio, secondo la regolamentazione europea sulle coltivazioni fuori suolo. Le vaschette pertanto non possono essere certificate bio, anche se lo sono.

Altri prodotti che vanno bene in gdo?

La menta, prezzemolo, peperoncino, rosmarino. Poi timo, erba cipollina, maggiorana. L’anno prossimo inseriremo la citronella. Siamo presenti nella gdo regionale e soprattutto nel Centro-Sud, come nelle catene Famila, Dok e Sole 365.

Che attenzione avete sul packaging?

Stiamo lavorando per lo sviluppo di un prodotto compostabile. Partiamo dal vaso, poi sarà la volta delle vaschette, per cui ci vorrà più tempo, ma abbiamo tutto pronto: stiamo lavorando sulla shelf-life. Il nostro brand si legherà fortemente a questo nuovo pack.

Qual è la vostra capacità produttiva?

Per la produzione a vaso, 4,5 milioni di piante per 2 milioni di piante occupate nella struttura. Le serre sono tra Castellammare di Stabia e Torre Annunziata.

Come sta andando la riscoperta del basilico napoletano che avete lanciato?

Basilico napoletano prodotto da Storie Aromatiche
Basilico napoletano Storie Aromatiche

Il prodotto, che è anche in gdo, fa un po’ fatica. Il consumatore è abituato agli standard del basilico genovese. Serve farlo conoscere e noi non abbiamo ancora sviluppato un programma di marketing ad hoc.

Dobbiamo lavorarci per spingerlo. Ha un gusto più mentolato. Alcuni chef locali lo considerano un’aromatica del futuro. Stiamo pertanto curandolo anche per l’Horeca, ma il nostro core business per le aromatiche rimane la gdo.

C’è chi sostiene che il mondo delle erbe aromatiche tra qualche anno sarà prevalentemente di produzione vertical farming.

Serre vertical farming Storie Aromatiche
Serre idroponiche Storie Aromatiche

Per il basilico credo che sarà sempre di più da idroponica, perché  è un prodotto controllato e l’idroponica migliora produttività e qualità. La aromatiche classiche potrebbero continuare con il pieno campo. Ma noi guardiamo anche all’impatto ambientale. Con idroponica e aeroponica abbattiamo i consumi d’acqua del 90%, così come dei fertilizzanti. E questo è un aspetto su cui investiamo.

Sull’export?

Stiamo cominciando ad approcciarci anche al mercato estero, dove i consumi del bio sono maggiori, soprattutto Centro e Nord Europa. Ci inseriamo nel periodo dell’anno dove per loro è più difficile produrre.

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