La spinta delle vertical farm alla transizione verde

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Sono trenta gli ettari coltivati in vertical farming nel mondo nel 2021 rispetto ai 500 mila ettari di serre tecnologiche e 50 milioni di ettari di campo aperto. Si stima però che il mercato globale dell’agricoltura verticale raggiungerà i 9,9 miliardi di dollari entro il 2025 con tassi di crescita superiori al 20% medio annuo. Start up e pmi innovative stanno portando avanti una rivoluzione digitale che va nella direzione del Green Deal europeo: maggiore produttività con risparmio d’acqua e fertilizzanti, energia da fonti rinnovabili, assenza di pesticidi. L’agricoltura diventa mobile e urbana: trova spazio in capannoni recuperati da aree industriali dismesse, va sui tetti, in container e trasforma il volto delle città. In Italia giovani aziende sono protagoniste di questa trasformazione cui la distribuzione moderna crede. E dalla focalizzazione su insalate, pomodoro ed erbe aromatiche, la produzione si amplia a varietà sempre più innovative, fino a sperimentare l’allargamento a piccoli frutti, zafferano, frutti esotici. E guarda al futuro con lo sviluppo di sostanze bioattive per la farmaceutica.

Planet Farms

Non si ferma il piano di sviluppo di Planet Farms, “la più grande vertical farm d’Europa”, dopo che è entrato in funzione l’impianto di Cavenago, alle porte di Milano, con una capacità di una tonnellata di prodotti al giorno. Un nuovo round di investimenti di 30 milioni servirà in parte a finanziare il Piano 2 , con due nuovi impianti produttivi e un sito di ricerca e sviluppo. All’operazione hanno partecipato Red Circle Investments, Nuova Energia Holding e nuovi investitori come il Gruppo Azimut. “Sono parte delle disponibilità che vanno a finanziare i nostri progetti nei prossimi 18 mesi: due nuovi stabilimenti, uno nel Nord Italia e uno a Londra, ognuno doppio come dimensioni rispetto all’attuale, con maggiore valorizzazione del prodotto all’interno di trasformati all’industria -fa sapere Daniele Benatoff, co-founder e co-ceo con Luca Travaglini-. Il pesto che lanciamo a breve è uno dei primi esempi della nuova linea”. Il centro di ricerca e sviluppo, a Cavenago, servirà a espandere la gamma (il brand oggi vanta cinque referenze a foglia, l’ultima lanciata è la Rucola) e a spingere sull’altro ramo dell’azienda, quello di fornitura di prodotti. Per il futuro l’interesse è anche di allargarsi ai frutti rossi. I prodotti di Planet Farms sono distribuiti da diverse insegne (Esselunga, Il Viaggiator Goloso, Iper La Grande i, Unes, Il Gigante) e in alcuni dark store milanesi (Gorillas e Macai). “Abbiamo tante innovazioni interessanti in fase di sviluppo insieme alle catene di gdo. Nel tempo vorremmo fare qualcosa di più sui punti di vendita e conoscere un po’ meglio i nostri consumatori. Vorremmo portare poi il prezzo a un livello che non sia proibitivo per nessuno, ma non vogliamo impoverire un prodotto che nasce senza compromessi sulla qualità. Oggi siamo molto più efficienti di un anno fa e continueremo a esserlo, questa la sfida”.

Agricooltur

L’aeroponica entra nel tessuto cittadino e punta a cambiare il volto delle metropoli. I soci Genagricola, la storica azienda agricola italiana del Gruppo Generali, e Ciofs-Fp Piemonte hanno creduto da subito in Agricooltur, giovane start up piemontese. I progetti commerciali sono diretti allo sviluppo su quattro canali principali: horeca, welfare e aziende, retail e privati.  “Portare il concetto di cibo più che fresco nella grande distribuzione è uno dei nostri obiettivi -spiega il ceo Bartolomeo Marco Divià-. Abbiamo effettuato una fase di test in diversi punti di vendita delle principali catene di gdo. Stiamo partendo con due colossi della grande distribuzione con un progetto molto innovativo. Grazie ai nostri brevetti, porteremo un prodotto vivo che il consumatore potrà direttamente ‘raccogliere’ dall’espositore, come se fosse un orto aeroponico, all’interno del punto di  vendita, e portare a casa, fuori frigo, fino al momento del consumo. Questa modalità di conservazione garantisce un gusto unico, con proprietà organolettiche inalterate e privo di catena del freddo”.

Finora sono oltre 100 le varietà prodotte: dalle insalate e aromatiche comuni, come lattuga salanova e il basilico classico, alle piante da frutto, come pomodori, melanzane bianche; fino ai fiori eduli e a prodotti ricercati ed esclusivi, come la salvia ananas, basilico cannella, basilico Thai magic, rosso, microgreen, e a sperimentare referenze particolari, come lo zafferano e il genepì. “Per il mondo ‘aziende’, abbiamo attivi progetti con realtà internazionali, come il gruppo Dussmann, offrendo anche nelle mense aziendali il nostro prodotto. Collaboriamo anche con il real estate, con la prima realizzazione di un orto high-tech indoor realizzato nella nuova costruzione Forest in Town, firmata dal Gruppo Building”.

Dal punto di vista tecnico continua la sperimentazione oltre la frontiera tecnologica che supera la tradizionale aeroponica: la fog-ponics, ovvero un sistema di nebulizzazione ad alta pressione che permette di ridurre ancora di più l’utilizzo di acqua. “Il nostro settore tecnico sta sviluppando anche sistemi aeroponici tailor-made integrati nel tessuto urbano: tra gli edifici, sui tetti, dentro abitazioni, nei locali sotterranei e anche all’interno capannoni industriali. Le nostre soluzioni possono essere adattate a ogni ambiente”.

Fri-El Green House

Sarà di 13 mila tonnellate quest’anno la produzione di Fri-El Green House. Trentuno ettari di serre in ferro-vetro ipertecnologiche, 220 Km di luci led per la produzione invernale, un sito produttivo 365 giorni l’anno, 100% energia verde da centrali biogas: sono solo alcuni dei dati virtuosi che caratterizzano l’azienda di Ostellato (Fe) nella produzione di pomodori a marchio H2Orto (a grappolo, pomodoro cocktail e ciliegino, ma anche peperoni e cetrioli) in coltura idroponica hi-tech. L’azienda, che impiega il 41% donne e con un’età media di 34 anni, è  partecipata dal Gruppo Fri-El, uno dei principali produttori italiani di energia elettrica da fonti rinnovabili (eolica, biomassa e biogas): le serre vengono in parte riscaldate con l’acqua calda prodotta dalle centrali biogas alimentate con sottoprodotti di origine agricola. “Cercavamo un modo intelligente ed ecosostenibile per non disperdere il calore generato dalle nostre centrali elettriche a biogas e siamo certi di averlo trovato: affiancare ai nostri impianti delle serre tecnologiche per la produzione di pomodori” spiega Florian Gostner, ceo di Fri-El Green House. Nata nel 2015 con una superficie di 1,5 ettari, si è estesa negli anni fino a contare nel 2022 ben 31,1 ettari di serre. Il piano di espansione prevede di arrivare a 60 ettari. “Il fatturato dal 2015 a oggi è stato in forte aumento e ciò è dovuto alla crescita continua della superficie produttiva e al passaggio da prodotti di massa (pomodoro a grappolo classico) a prodotti premium (pomodoro cocktail, datterino e ciliegino). Dai 13 milioni di euro di fatturato del 2020 siamo arrivati a stimare per il 2022 un valore di 31 milioni di euro e una produzione di pomodori pari a 13 mila tonnellate”. I pomodori H2Orto hanno ottenuto la certificazione nichel free e sono coltivati senza l’uso di diserbanti e di glifosate. Sono disponibili sul mercato presso le principali catene della grande distribuzione in Italia, Austria e Germania. “Abbiamo intenzione di ampliare la gamma di varietà di prodotti, stiamo facendo sperimentazioni per la coltivazione di frutti esotici come papaya, mango, zenzero e curcuma. E la nostra imminente sfida è il raggiungimento della transizione energetica entro il 2025. Vogliamo diventare indipendenti dai combustibili fossili e rendere il bilancio di CO2 pari a zero dal punto di vista energetico”. H2Orto ha scelto di utilizzare unicamente packaging sostenibile e riciclabile per tutti i propri prodotti: dal cartone ondulato ai vassoi e confezioni in R-pet.

Ono Exponential Farming

Il prossimo giugno Ono Exponential Farming parteciperà al Future Food-Tech di New York e racconterà la sua rivoluzione agrobotica made in Italy all’Indoor AgTech innovation Summit della Grande Mela, manifestazione che raccoglie il meglio dell’innovazione in campo di coltivazione indoor a livello globale. Lo scopo delle farm Onoex non è quello di realizzare impianti di produzione massiva ma sistemi molto equilibrati, dove non è necessario produrre grandi masse di vegetali per sopperire al carico di grandissimi investimenti infrastrutturali. Tra la fine di quest’anno e la prima metà del 2023 ha previsto la creazione del iHub di Ono Exponential Farming a Verona. Ed è già pianificata una serie di installazioni che copriranno le coste Est e Ovest degli Usa, altri due impianti in Europa, almeno uno nei Paesi arabi (Qatar, Emirati Arabi) e uno a Singapore.  “Un investimento importante -spiega Thomas Ambrosi, ceo di Ono Exponential Farming- con una capacità produttiva enorme e altamente differenziabile grazie alle caratteristiche di modularità dei sistemi Onoex e che porterà a un abbassamento notevole del gradino di ingresso per tutti, agricoltori o imprenditori, che intendono iniziare a lavorare nel mondo agricolo tecnologico”. Ono Exponential Farming ha terminato quest’anno lo sviluppo dei sistemi robotici dei moduli e continua lo sviluppo di nuovi algoritmi di crescita e di intelligenza artificiale. “Le nuove tecnologie implementate riguardano i sistemi di riduzione del consumo energetico per i Led (-70%) e per la climatizzazione delle camere di crescita (-60%). È in fase di validazione una tecnica che porterà alla totale circolarità del ciclo energetico e di emissioni. Grazie al nuovo design delle macchine e alla possibilità di realizzare impianti alti fino a 16 metri senza intervento umano, stiamo ottenendo il triplo della densità di coltura rispetto alle più note vertical farm, un costo al metro quadro coltivato pari al 73% in meno e una riduzione del costo del lavoro pari al 95%”. Le produzioni stanno andando oltre le classiche insalate in foglia. “Abbiamo ormai grande confidenza produttiva con erbe aromatiche, stiamo testando da mesi la produzione continuativa di fragole con risultati organolettici e nutrizionali strabilianti. La gdo è decisamente interessata ai prodotti realizzabili nelle nostre farm; i farmer nostri clienti sono spesso già fornitori delle più grandi catene. Abbiamo introdotto nelle produzioni piante per cosmesi, nutraceutica e vegetali utili per estrazioni di molecole farmacologiche. Ma la vera rivoluzione arriverà grazie a piante utilizzabili come bioreattori naturali come il tabacco, per produrre medicine specifiche. In questa applicazione abbiamo raggiunto valori di produttività 400 volte maggiori rispetto al laboratorio. Tutto senza l’uso di fitofarmaci e con l’uso di solo 2% di acqua”.

Agricola Moderna

A maggio sono due anni che Agricola Moderna  è sul mercato con l’impianto pilota di Melzo (Mi) in idroponica. “Questi due anni sono stati fondamentali per la crescita: ci hanno permesso di perfezionare ancora di più la nostra tecnologia, il processo industriale, conoscere il mercato e soprattutto i nostri consumatori. La squadra cresce, siamo 18 tra agronomi, ingegneri, softwaristi, data scientist e marketing. Nei prossimi 12 mesi, probabilmente raddoppieremo” racconta  il co-founder Pierluigi Giuliani. Oggi  i prodotti di Agricola Moderna sono distribuiti in Carrefour e Cortilia, con i quali sono state strette importanti partnership per il futuro. Le referenze sul mercato sono Lattughino biondo, Baby lattuga (mix di lattughini verdi), Japanese mix (spinacino giapponese, senape wasabina, lattughino romano verde, tatsoi), Spicy mix (senape riccia, lattughino romano verde, red mustard) e il Basilico. La ricerca & sviluppo ha messo a punto altri prodotti come Rucola e altri Mix croccanti e dai sapori ancora più decisi che a breve saranno pronti per la commercializzazione.“Fra qualche mese partiremo con la costruzione del nostro nuovo impianto che avrà 11.000 mq di area coltivabile ed entrerà in produzione nel 2023. Sarà totalmente automatizzato e produrrà oltre 600 tonnellate di prodotto all’anno. Stiamo chiudendo delle importanti sinergie per cercare di alimentare l’impianto produttivo quanto più da fonti rinnovabili: il nostro obbiettivo è arrivare al 100%”.

Zero

Zero, società hi-tech con sede a Pordenone tra le imprese eccellenti invitate dal Friuli-Venezia Giulia a partecipare al Regional Day che si è tenuto presso il Padiglione Italia a Expo 2020 Dubai, svilupperà soprattutto prodotti innovativi per la quarta gamma destinati alla private label. Una nuova strategia dopo la fase di test del prodotto a marchio Zero Farms presso Eurospesa (Zero è anche stata scelta da Barilla per produrre basilico e altri micro-ortaggi per i sughi pronti). Fondata nel 2018, ha annunciato che realizzerà il Future Farming District, “il più importante progetto di vertical farming in Italia, sia in termini di investimenti che di superficie coperta”. Sarà realizzato dalla riqualificazione di un complesso di archeologia industriale situato a Capriolo, nel Parco dell’Oglio, in provincia di Brescia. Un complesso che occupa una superficie di oltre 200 mila mq, con aree coperte complessive di circa 25 mila mq. Il progetto prevede un investimento complessivo iniziale di oltre 60 milioni di euro per la prima fase e di ulteriori 40 milioni per la seconda fase, il cui completamento è previsto entro il 2025, per una capacità di coltivazioni  di 1500 tonnellate l’anno. Sarà un ecosistema circolare integrato: sfrutterà la produzione locale di energia pulita da fonti  rinnovabili  grazie alla collaborazione industriale con il socio Iseo Idro, fondata da un gruppo di imprenditori altoatesini, proprietaria di un sistema di centrali idroelettriche situate sul fiume Oglio, nonché dell’area immobiliare del Distretto. Zero ha sviluppato una tecnologia proprietaria e brevettata. Insalate, erbe aromatiche, microgreen e in futuro fragole e frutti rossi i prodotti coltivati in aeroponica. Con l’ambizione in futuro di creare la prima Molecular Farm verticale che usi le piante come bioreattori per sviluppare biosostanze di interesse farmaceutico. “Contro il prezzo alto Zero punta a un prodotto democratico, progressivamente più accessibile, questa la sfida. L’obiettivo è di andare a scaffale con un prezzo allineato a un buon biologico, questo il posizionamento” ha spiegato l’ad Daniele Modesto.

Dopo i primi test nei punti di vendita di Coop Lombardia, LocalGreen, start up nata nel 2019, procede nel suo processo di avviamento del proprio impianto in aeroponica, nel Pavese, oggi in costruzione, che permetterà la produzione di oltre 25 mila buste di insalata pronte al consumo a settimana. Ospiterà 1500m2 di coltivazione, oltre alla superficie adibita alla germinazione e alla crescita delle piante nelle prime fasi vegetative. Il livello di automazione sarà estremamente elevato e permetterà di introdurre sul mercato 4 diverse referenze, di cui tre mix e un monoprodotto di lattughino. Un investimento (con impianto a regime) di 15 milioni che permetterà alla società di presentarsi a una platea di consumatori più ampia e di essere riconosciuta come un’azienda che produce prodotti di elevata qualità, affidabile e a un prezzo competitivo. “Ai nostri clienti forniamo professionalità, un prodotto da filiera corta, fresco, locale, sostenibile, una personalizzazione elevata e un servizio per il retailer impareggiabile” sottolinea  il co-founder Paolo Forattini. I progetti per il futuro mirano ad aumentare il portafoglio prodotti e ridurre i costi di produzione. “Vogliamo lavorare per poter aumentare i volumi e fornire ai nostri consumatori un prodotto che non tema rivali in termini qualitativi e a un prezzo accessibile al grande pubblico. Il team di ricerca & sviluppo sta lavorando benissimo e presto avremo ricette sempre più amiche dell’ambiente e nuovi prodotti”.

Box

Il vertical farming arriva nelle scuole

Planet Farms ed Esselunga hanno dato vita a un percorso educativo sull’agricoltura verticale dedicato ai ragazzi delle scuole secondarie di Milano e provincia. Il progetto si divide in due fasi. La prima (da marzo a maggio 2022) ha coinvolto sei scuole milanesi e 320 studenti che seguono 14 laboratori; la seconda inizierà con il nuovo anno scolastico. L’offerta formativa prevede l’intervento di educatori qualificati che guideranno, insieme a Planet Farms, dei laboratori didattici. In ogni scuola verrà installata una struttura su più livelli dotata di un sistema di coltivazione idroponica, progettato per dare agli studenti la possibilità di sperimentare in prima persona l’esperienza dall’agricoltura verticale, dalla semina alla raccolta.

Dalle insalate alla farmaceutica

Dalla focalizzazione su insalate, erbe aromatiche, microgreen e pomodori, la produzione in vertical farming si sta sempre più ampliando ad altre orticole e piante da frutto: peperoni, melanzane, fragole e piccoli frutti. Fino a sperimentare coltivazioni ad alto valore aggiunto: zafferano, zenzero, curcuma; frutta esotica come papaya e mango; o particolare, come canapa medicale, tabacco, fiori eduli, con la possibilità di estensione a patate, funghi e microalghe. Ma il grande business del futuro potrebbe essere la produzione di biosostanze attive per la farmaceutica.

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