La nuova etichetta del packaging

Da gennaio 2023 in Italia è obbligatoria per gli imballaggi l’etichettatura che facilita la raccolta, il riutilizzo, il recupero e il riciclo

Una regolamentazione chiara e specifica sul corretto adempimento dell’obbligo di etichettatura, è questo l’obiettivo delle linee guida per l’etichettatura degli imballaggi adottate con il Dm del 27.09.2022, entrato in vigore l’1 gennaio 2023; “Tutti gli imballaggi che saranno prodotti a partire da quella data dovranno necessariamente, se destinati al consumatore finale (quindi quelli che dovranno essere riempiti per finire a scaffale), riportare le informazioni sul materiale con cui è fatto quell’imballaggio o le parti che lo compongono, nel caso in cui sia fatto da parti separabili dal consumatore stesso, utilizzando una codifica alfanumerica che è uguale in tutti paesi dell’Unione europea fatta con riferimento alla lingua inglese” – spiega Simona Fontana, responsabile del centro studi per l’economia circolare del Conai, Consorzio nazionale imballaggi. In lingua italiana saranno riportate le informazioni rispetto al dove andrà buttato quell’imballaggio o ognuna delle componenti che lo compongono e questo “sarà un grande aiuto per il consumatore, perché faccia bene il suo lavoro, e per noi che ci occupiamo di gestire la raccolta degli imballaggi per trasformarle in nuove risorse per ottenere una raccolta sempre più di qualità.”

La regolamentazione ha l’obiettivo di facilitare la raccolta, il riutilizzo, il recupero, il riciclaggio degli imballaggi, compresi quelli in plastica biodegradabili e compostabili, per cui tutti gli imballaggi dovranno essere sottoposti all’identificazione e classificazione con le informazioni relative alla destinazione finale degli imballaggi, ossia quale deve essere il corretto conferimento dell’imballaggio a fine vita. Da gennaio 2023 “è responsabilità di qualsiasi attore della filiera che venga a contatto con un imballaggio fare in modo che l’informazione sul materiale con cui è fatto e dove va gestito correttamente arrivi al consumatore; questo vuol dire che anche il consumatore non ha più alibi” – sottolinea Simona Fontana. Le linee guida vanno a definire “l’applicazioni di regole che già c’erano – spiega Simona Fontana -, si tratta di una ricognizione di regole tecniche dove la parte più complessa è stata la codifica alfanumerica, una norma europea che esiste dal 1997 e che non era mai stata attuata da nessuno dei paesi dell’Ue”. Le linee guida “sono state una occasione per spiegarne il significato e le modalità d’uso e per mettere in fila tutti i dubbi e le considerazioni raccolte in occasione dei tavoli di confronto fra le associazioni e le imprese.”

La regolamentazione coinvolge gli imballaggi che ‘tal quali’ sono offerti al consumatore finale in vendita o anche a titolo gratuito e quelli che sotto forma di prodotto preconfezionato sono offerti al consumatore finale in vendita o anche a titolo gratuito. Le linee guida sull’etichettatura degli imballaggi sono il frutto del lavoro del gruppo tecnico avviato dal Conai in collaborazione con il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica che ha raccolto le esigenze di tutti i settori produttivi, recependo anche le indicazioni della Commissione Europea in tema di rafforzamento del ricorso alla digitalizzazione delle etichette.

A fare da riferimento per la stesura delle linee guida è stato il Dlgs 116 del 3 settembre 2020 che dispone che tutti gli imballaggi vengano “opportunamente etichettati secondo le modalità stabilite dalle norme tecniche Uni applicabili e in conformità alle determinazioni adottate dalla Commissione dell’Unione europea per facilitare la raccolta, il riutilizzo, il recupero ed il riciclaggio degli imballaggi, nonché per dare una corretta informazione ai consumatori sulle destinazioni finali degli imballaggi”. I produttori hanno, altresì, l’obbligo di indicare, ai fini della identificazione e classificazione dell’imballaggio, la natura dei materiali di imballaggio utilizzati, sulla base della decisione 97/129/CE della Commissione che istituisce un sistema di identificazione (ossia la codifica alfanumerica) per i materiali di imballaggio.

La forma e i modi con cui etichettare gli imballaggi saranno quelli che “l’azienda ritiene più idonei ed efficaci per il raggiungimento dell’obiettivo”, spiegano le linee guida. C’è un riferimento alle norme Uni quando l’azienda deve comunicare informazioni che riguardano l’identificazione dei materiali di imballaggio per gli imballaggi in plastica sia nel caso in cui la Decisione 97/129/CE non prevede una specifica identificazione per un determinato polimero sia per le identificazioni dei materiali di imballaggio per gli imballaggi multistrato in plastica quando la suddetta Decisione non prevede codici identificativi specifici.

Le norme Uni vengono prese come riferimento anche quando una azienda vuole “comunicare informazioni aggiuntive di carattere volontario relative alle qualità ambientali degli imballaggi, come diciture, simboli e pittogrammi o altri messaggi analoghi, claim ambientali”.

In alternativa alla ‘apposizione fisica’ le informazioni riguardanti gli imballaggi possono essere messe a disposizione attraverso canali digitali allo scopo di semplificare i processi produttivi, operativi e economici delle imprese che immettono imballaggi in più paesi dell’Ue. La modalità e la forma della comunicazione digitale è lasciata alla scelta dell’azienda che può, per esempio, utilizzare app, QR code, siti web e deve essere organizzata in modo che le informazioni obbligatorie siano facilmente raggiungibili e leggibili. La possibilità di utilizzare il canale digitale ha fatto emergere un potenziale di comunicazione – sottolinea Simona Fontana – con un numero crescente di aziende che ha scelto di utilizzarlo come occasione per dare al consumatore informazioni aggiuntive sulle caratteristiche ambientali dell’imballaggio e “quali informazioni possono essere fornite dalle aziende attraverso il canale digitale è una delle richieste con le quali le aziende oggi si rivolgono al Conai”.

Come promuovere l’uso delle etichette digitali è stato uno degli sviluppi del tavolo di confronto con la gdo per la stesura delle linee guida, con l’obiettivo di “rispondere alle esigenze di chi si trova a gestire situazioni come l’uso degli imballaggi della gastronomia, utilizzati e confezionati sul momento presso il punto vendita e dove esiste la necessità di soddisfare i requisiti della norma” -, evidenzia Simona Fontana. •

 

The new label of packaging

Starting from January 2023, labelling for packaging is mandatory in Italy. To make collection, reuse, recovery, and recycling easier

A clear and specific regulation on the correct fulfilment of the labelling obligation: this is the objective of the guidelines for labelling of packaging adopted with the Ministerial Decree of September 27th 2022, which entered into force on January 1st 2023. Simona Fontana, responsible person of the study centre for the circular economy of Conai, the National Packaging Consortium, explained: ‘All packaging that will be produced from that date, if intended for the final consumer (therefore those that will have to be filled to finish on the shelf), must necessarily report information on the material from which that packaging or the parts that compose it are made, in the event that it is made up of parts that can be separated by the consumer himself, using an alphanumeric coding that is the same in all European Union Countries made with reference to the English language’. The information on where that packaging or each of the components that make it up must be thrown away will be reported in Italian and this ‘will be a great help for the consumers, so that they do their job well, as well as for us who manage the collection of packaging to transform them into new resources to obtain an increasingly quality collection’.

The regulation aims at facilitating the collection, reuse, recovery, recycling of packaging, including those in biodegradable and compostable plastic, and therefore all packaging must be subjected to identification and classification with information relating to the final destination of packaging, i.e. what should be the correct delivery of the packaging at the end of its life.

Simona Fontana underlined: ‘Starting from January 2023 it is the responsibility of any actor in the supply chain who comes into contact with packaging to ensure that information on the material from which it is made and where it must be managed correctly reaches the consumer; this means that even the consumer no longer has any alibi’.

Simona Fontana explained: ‘The guidelines define the application of rules that already existed. It is a survey of technical rules where the most complex part was the alphanumeric coding, a European standard that has existed since 1997 and which had never been implemented by any of the EU Countries. The guidelines were an opportunity to explain their meaning and methods of use and to line up all the doubts and considerations gathered during the discussion tables between associations and companies’.

The regulation involves packaging that  is offered ‘as it is’ to the final consumer for sale or even free of charge and packaging that is offered to the final consumer in the form of a pre-packaged product for sale or even free of charge. The guidelines on packaging labelling are the result of the work of the technical group set up by Conai in collaboration with the Ministry of the Environment and Energy Security, which has gathered the needs of all production sectors, also incorporating the indications of the European Commission in theme of strengthening of the use of digitization for labels.

The reference for drafting the guidelines was the Legislative Decree No. 116 of September 3rd 2020, which provides that all packaging be ‘appropriately labelled according to the methods established by the applicable Uni technical standards and in compliance with the decisions adopted by the Commission of the European Union to facilitate the collection, reuse, recovery, and recycling of packaging, as well as to provide consumers with correct information on the final destinations of packaging’. The producers also have the obligation to indicate, for the purposes of identification and classification of packaging, the nature of the packaging materials used, on the basis of Commission Decision 97/129/EC, which establishes an identification system (i.e. the alphanumeric coding) for packing materials.

The form and ways in which the packaging must be labelled will be those that ‘the company deems most suitable and effective for achieving the objective’, as the guidelines explain. There is a reference to the Uni standards when the company must communicate information concerning the identification of packaging materials for plastic packaging both in the case in which Decision 97/129/EC does not provide for a specific identification for a specific polymer and for the identification of packaging materials for multilayer plastic packaging when the aforementioned Decision does not provide for specific identification codes.

The Uni standards are also taken as a reference when a company wants to ‘communicate additional information of a voluntary nature relating to quality environmental aspects of packaging, such as wordings, symbols, and pictograms or other similar messages, environmental claims’.

As an alternative to ‘physical application’, information regarding packaging can be made available through digital channels in order to simplify the production, operational and economic processes of companies that place packaging in several EU Countries. The method and form of digital communication is left to the choice of the company, which can, for example, use apps, QR codes, websites, and must be organized so that the mandatory information is easily accessible and readable. Simona Fontana underlined: ‘The possibility of using the digital channel has revealed a communication potential with a growing number of companies that have chosen to use it as an opportunity to give the consumer additional information on the environmental characteristics of the packaging; information that can be provided by companies through the digital channel is one of the requests for which companies turn to Conai today’.

The ways to promote the use of digital labels was one of the developments of the discussion table with the large-scale distribution for the drafting of the guidelines, with the aim of ‘responding to the needs of those who find themselves managing situations such as the use of delicatessen packaging, for products used and packaged on the spot at the store  and where there is a need to meet the requirements of the standard’, as Simona Fontana highlighted.

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