Banane capofila del mondo Fairtrade, con volumi in crescita

Risultati 2019 positivi per Faitrade, che in Italia vede crescere le vendite di referenze contenenti almeno un ingrediente Fairtrade da 230 a 320 milioni. Top seller per categoria di prodotto si confermano le banane, con il canale retail e la formula mdd al traino.

Per quanto attiene ai volumi, le banane sono il primo prodotto Fairtrade con una vendita pari a 15.962 tonnellate e una crescita del 2% rispetto al 2018 e del 50%, se prendiamo in considerazione l’ultimo quinquennio. La maggior parte delle vendite avviene sul canale retail (circa l’85%) sia grazie alla collaborazione con alcuni marchi – come Alce Nero, Almaverde, Bahia – sia con un’ampia presenza nella marche dei distributori (Coop, Carrefour, Selex, Despar,  Pam, In’s Mercato e altri).

Banana, un bene civetta ma a rischio caduta nel circolo vizioso dei prezzi bassi

Al netto dei volumi Fairtrade, va sottolineato come la banana assuma sempre più frequentemente il ruolo di bene civetta da inserire nei volantini promozionali e questo tipo di dinamica rischia di ingenerare un pericoloso circolo vizioso di prezzi bassi. Al lato pratico, spiega Fairtrade, questa “guerra” al ribasso provoca l’impossibilità di remunerare correttamente la filiera e in particolare gli agricoltori che sono, nella maggior parte dei casi, l’anello debole: di fatto ad oggi la maggior parte delle banane vendute in Italia nel circuito convenzionale non consente di pagare dignitosamente chi le coltiva.

Creare valore da distribuire lungo la filiera, l’esempio di Nova Coop

Fra gli addetti del settore ortofrutticolo c’è molto di frequente una sorta di rassegnata consapevolezza e accettazione di questa situazione, ma per fortuna il ricorso alla sola leva del prezzo non è l’unica opzione percorribile: lo dimostra l’esempio Nova Coop in Piemonte che dal 2010, oltre alle banane Bio Fairtrade, vende con successo le banane sfuse a lotta integrata Solidal Fairtrade. Dunque, sebbene il prezzo sia indubbiamente un elemento irrinunciabile per attrarre il consumatore, nel momento in cui diviene l’unico parametro impedisce qualsiasi possibilità di differenziazione e alimenta una spirale negativa di distruzione del valore che a partire dagli agricoltori danneggia via via tutti gli attori della filiera.

Effetto Covid19, il retail attutisce le perdite del fuori casa

Al netto dei problemi di medio-lungo periodo, le filiere nell’attuale emergenza Covid 19 mostrano per il momento una sostanziale tenuta, anche perché la maggiore richiesta di volumi del canale retail è abbondantemente compensata dalla grosse difficoltà del fuori casa che pesa circa il 15% delle vendite Fairtrade. In particolare la chiusura delle scuole si ripercuoterà profondamente sui volumi di questo canale nel 2020, mettendo in seria difficoltà molte aziende. In prospettiva, però, la recente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dei nuovi Cam (Criteri Ambientali Minimi) potrebbe imprimere una nuova spinta allo sviluppo di ulteriori volumi nei prossimi anni.

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