Export, nel primo semestre 2024 crescono anche i volumi

Secondo i dati elaborati da Fruitimprese l'ortofrutta fa registrare +5% in quantitativi e +3% in valore

Le mele sono il prodotto più esportato dall'Italia
Le mele si confermano il prodotto più esportato dall'Italia

Cresce l’export di ortofrutta italiana nel primo semestre 2024. I dati Istat elaborati da Fruitimprese evidenziano un aumento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno del 5% in volume e del 3% in valore, che si attesta di poco al di sotto dei 2,8 miliardi di euro.

Agrumi in positivo, frutta secca trend ancora negativo

I dati di import/export di ortofrutta nei primi sei mesi
I dati dei primi sei mesi

Dall’esame dei singoli comparti emerge un incremento delle esportazioni di tuberi, legumi e ortaggi che crescono, rispetto al primo semestre dello scorso anno, dell’11,4% in quantità e solamente dello 0,4% in valore.

Stessa sorte per le esportazioni di agrumi che, pur crescendo del 12,6% in volume, salgono solamente del 5,2% in valore.

Tiene l’export della frutta fresca che, pur calando in volume del 2,9%, cresce del 5,5% in valore.

Continua a perdere posizioni l’export di frutta secca che scende al valore minimo degli ultimi 15 anni perdendo il 10,3% in quantità e il 2,2% in valore.

Molto bene l’export di frutta tropicale che prosegue la sua crescita in atto da 5 anni con un +28,7% in volume e +18,3% in valore.

Bene mele e arance, difficoltà per kiwi e pere

I prodotti ortofrutticoli più esportati/importati
I prodotti più esportati/importati

Si mantengono stabili le esportazioni di mele in volume, ma crescono i valori del 10,9% con un decumulo costante delle scorte.

Bene le arance le cui esportazioni salgono del 8,32% in quantità e del 3,8% in valore.

Preoccupanti i dati relativi all’export di kiwi che, pur mantenendo un valore esportato poco al di sotto dello scorso anno (-2,9%) perdono quasi un terzo delle quantità esportate, – 29,6% rispetto al primo semestre 2023. Un prodotto vittima di una pesante crisi produttiva dovuta alla moria del kiwi.

Crolla ulteriormente l’export di pere che si attesta poco al di sopra delle 10mila tonnellate con un -64% in volume e -54,1% in valore. Un comparto che ripone le proprie speranze di ripresa nella prossima campagna produttiva che sta per cominciare, ma che vede la principale varietà per cui è famosa l’Italia, la Abate Fetel, con un raccolto decimato dalla Alternaria

Rimangono nella norma le esportazioni di limoni e fragole, queste ultime pur perdendo il 10,1% del volume, crescono del 3% in valore.

Note positive vengono dalla campagna delle pesche e nettarine che si sta chiudendo con prezzi soddisfacenti e una buona qualità generale dei prodotti e da quella in corso dell’uva da tavola, grazie alla presenza sul mercato di nuove varietà molto appetibili per il mercato nazionale e internazionale.

Il presidente Marco Salvi, a commento dei dati semestrali, ribadisce le preoccupazioni degli operatori impegnati nelle esportazioni Oltremare per il perdurare delle crisi internazionali, in particolare per il blocco del Canale di Suez.  “Non sono buone le previsioni per i mercati del Medio Oriente e della penisola arabica dove il fattore prezzo sta privilegiando gli operatori polacchi e serbi. Discorso analogo per l’export di mele in Egitto che risente della stretta sui pagamenti internazionali dovuta alla crisi valutaria”.

Import, avocado sempre al top

Marco Salvi, alla guida di di Fruitimprese
Marco Salvi, presidente di Fruitimprese

L’import tiene il passo con un +3,8% in volume e un incremento del 5,2%, in valore, con un saldo positivo della bilancia commerciale di 31,537 milioni di euro, in diminuzione del 63,5% rispetto al dato dello stesso periodo del 2023.

Sul fronte dei prodotti più importati, si mantengono costanti le importazioni di banane e ananas. Non conosce crisi l’avocado, le cui quantità importate crescono ancora del 8,8% in quantità e del 3,9% in valore rispetto allo scorso anno.

Continuano a crescere anche le importazioni di pomodoro con un +8,7% in volume a fronte in una riduzione dei prezzi pagati, -14,9% in valore.

 

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