Export pere belghe, triplica in Cina e apre al Brasile

Tra i prodotti di stagione, sono stabili le quotazioni di pere e mele, come delle castagne
Tra i prodotti di stagione, stabili le quotazioni di pere e mele, come delle castagne

La vendita di pere belghe in Cina è triplicata. Negli ultimi mesi i volumi esportati verso il colosso asiatico ha raggiunto i 5 milioni di chili. Un quantitativo che ha permesso di compensare, per lo meno parzialmente, le perdite finanziarie subite dall’industria frutticola belga a causa dell’embargo russo.

I numeri. La notizia, apparsa su un quotidiano locale è stata confermata anche dalla sede dell’Ice di Bruxelles che in una nota odierna precisa: «In occasione della visita ufficiale in Cina dei regnanti del Belgio è stato confermato dall’associazione delle aste frutticole belghe che dall’inizio della stagione delle pere, partita lo scorso mese di settembre, il volume delle esportazioni belghe verso la Cina è triplicato rispetto alla campagna precedente. Si tratta di circa 5 milioni di chili. di pere su un totale esportato verso i paesi asiatici di 8 milioni di chili. L’export delle pere verso questi mercati si è intensificato a seguito dell’embargo sulle esportazioni verso la Russia. Tuttavia, il successo ottenuto in Cina compensa solo in parte la perdita subita dai coltivatori belgi».

Il target. L’obiettivo Cina, non riguarda soltanto i produttori di frutta ma tutta la produzione di freschi e – secondo le aspettative, si punta ad incrementare ulteriormente la quota di mercato sulla piazza dell’estremo oriente.

«Ormai sono quattro anni che esportiamo in Cina – ha affermato Erik Champagne, presidente dell’associazione delle aste frutticole belghe che ha partecipato alla delegazione impegnata nella visita di Stato a Pechino che ha accompagnato i sovrani Filippo e Matilde – le vendite in Cina hanno rappresentato, nel corso di questa stagione, oltre il 60% del totale della esportazioni verso il continente asiatico. Si tratta di un ottima valvola di sfogo che però compensa solo in parte le perdite finanziarie subite dai nostri produttori a causa dell’embargo».

Il Brasile. Ma la Cina non è l’unico mercato a cui gli esportatori di pere belghe stanno guardando. C’è un altro colosso emergente all’orizzonte che è il Brasile. La settimana scorsa, dei rappresentanti dell’agenzia federale per la sicurezza della catena alimentare (Afsca) hanno effettuato una visita di check per sondare il mercato e cercare di aprire dei varchi anche lì per le pere belghe.

L’iniziativa segue l’incontro a livello governativo che ha visto impegnati i rispettivi ministri dei due paesi. L’intento sarebbe quello di fare partire i primi carichi di pere nel breve termine anche, secondo alcune indiscrezioni, già dalla fine di quest’anno ma forse i tempi sono troppo stretti soprattutto per le misure di prevenzione fitosanitaria che richiederebbero per contro almeno tre anni di tempo.

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