Ismea: cresce del 2% l’export di frutta nel primo semestre 2017

L’export dell’agroalimentare italiano aumenta del 6,7% ma con lo stesso trend crescono anche le importazioni

Aumenta del 2 % l’export di frutta fresca e trasformata che raggiunge quota 2 milioni e 27 mila euro di valore nel primo semestre 2017. Resta sostanzialmente stabile il valore delle spedizioni di ortaggi all’estero (0,7%) , pari a 2 milioni e 16 mila euro nei primi 6 mesi dell’anno. Le elaborazioni di Ismea su dati Istat presentano una situazione di dinamicità dell’agroalimentare italiano nel primo semestre 2017. Considerando l’importo il saldo della bilancia commerciale è di 673 milioni di euro per le verdure e di 212 milioni di euro per la frutta fresca e trasformata.

I dati Ismea indicano anche che nei primi sei mesi dell’anno le esportazioni dell’agroalimentare italiano hanno sfiorato la soglia dei 20 miliardi di euro in progresso del 6,7% rispetto al primo semestre 2016.

Forte il traino dell’industria alimentare che esprime più dell’80% dell’export complessivo e che ha mostrato un incremento del 7,2%. Anche per il settore agricolo si è comunque registrato un significativo aumento dell’export, con un +4,7%.

In aumento il saldo negativo dell’agroalimentare

L’import di prodotti agroalimentari è però aumentato, su base annua, della stessa misura dell’export, superando i 22,5 miliardi di euro, da gennaio a giugno 2017. Queste dinamiche hanno determinato un lieve peggioramento del deficit di 174 milioni di euro. Il dato peggiore – complice l’impatto sulle produzioni agricole del clima – è del settore agricolo che ha raggiunto, nel periodo in esame, un passivo di 3,8 miliardi di euro, in peggioramento di 256 milioni di euro rispetto al primo semestre dello scorso anno. Cresce invece il surplus dell’industria alimentare, aumentato di 82 milioni di euro.

Se i principali mercati di sbocco sono quelli della Ue (12,8 miliardi, +4,8% su base tendenziale), con positive performance verso tutte le destinazioni, appaiono molto dinamiche le esportazioni dirette verso i Paesi extra-Ue (+10%), con incrementi consistenti per Giappone (+38,5%), Russia (+36,8%) e Cina (+23,4%).

 

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