Pere, nel 2021 la produzione più che dimezzata

In base all’analisi condotta dall’OI Pera il calo è stimato intorno al 60% rispetto al 2020

Pere della Op Terremerse
Da due anni la pericoltura italiana è in difficoltà

Ancora un segno negativo a due cifre per la produzione di pere nel 2021. In base all’analisi condotta dall’OI Pera potrebbe collocarsi attorno al -60% sul 2020. Fitopatogeni (cimice asiatica e maculatura bruna) e maltempo (gelate) le principali cause.

Previsioni tra le peggiori per l’Abate: -70%

Le stime peggiori sono per Conference con il 65% in meno, Abate (-70%)  e Kaiser (-70-75%). Situazioni leggermente migliori per le varietà estive, come Carmen e Santa Maria (-40%), Coscia (-40%), e William vicina al -50%.

Le superfici produttive, con circa 27 mila ettari a livello nazionale, nel 2021 segnano un -5% sul 2020. In Emilia Romagna cali significativi per Conference (-13%), Decana (-7%): l’Abate perde invece il 4%. Va detto che anche le produzioni dei competitor, dovrebbero risultare significativamente ridotte rispetto al 2020, in particolare l’offerta di Belgio e Olanda sembra essere stimata intorno a -30% rispetto all’anno passato.

La grande distribuzione sostenga la produzione nazionale

Gianni Amidei, presidente OI Pera
Gianni Amidei

“Come OI Pera – dichiara Gianni Amidei, presidente dell’OI Pera – ci stiamo impegnando nello sviluppo di progetti di ricerca, atti a contrastare i fenomeni della cimice e della maculatura bruna e chiediamo con forza di rendere fruibili e accessibili tipologie di finanziamento che vadano nella direzione di una adeguata difesa dai fenomeni climatici.

Ciò che chiediamo alle Istituzioni è un impegno a finanziare progetti di facile accessibilità ed efficacia. Alla grande distribuzione, invece, di avere sensibilità verso le difficoltà in cui versa il settore italiano dimostrando la volontà di voler valorizzare il più possibile le produzioni nazionali”.

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