Frutta secca, Besana fa rotta sull’Italia

L’Ad Riccardo Calcagni racconta strategie e punti di forza del Gruppo campano. Progetti di filiera e sostenibilità al centro

A forte vocazione (ed esperienza) internazionale, Besana –un fatturato di 185 milioni di euro per 25mila tonnellate di frutta secca lavorata ogni anno – da oggi mette l’Italia al centro della propria strategia commerciale. Lo ha detto a FreshPoint Magazine l’Ad Riccardo Calcagni, che ha aggiunto: “Siamo leader nel comparto della frutta secca e disidratata e sviluppiamo partnership con le più importanti insegne del retail globale, a cominciare da Regno Unito e Nord Europa. E’ arrivato il momento di avere più peso nel mercato italiano. Mercato che, con 60 milioni di consumatori, dovrà evolversi. Il reparto dovrà essere organizzato meglio e il consumatore facilitato nelle scelte: in questo contesto possiamo dire la nostra”.

La forza del legame con il territorio e con i produttori

La nuova strategia beneficia anche dell’inserimento di una nuova figura nell’organigramma. “Da inizio anno abbiamo un direttore generale, Luca Catzola, che aiuterà l’intero Gruppo a mettere in atto la propria visione –ha spiegato Calcagni- Ricordo che gestiamo circa duemila ettari tra terreni di proprietà e aziende che rientrano nel Besana Club, che usufruiscono del nostro know-how tecnico, dell’assistenza agronomica e della nostra cultura d’impresa. Il legame con il territorio e con i produttori è alla base del nostro lavoro, per questo nel 1998 è nata la cooperativa Cerere, oggi Op associata alla Aop Viva, che ha aziende in Campania, in Sicilia, in Romania e in Croazia”.

La vicinanza ai produttori è stata determinante anche per l’avvio del progetto con Apofruit: “Tutto è nato come una attenzione nei confronti dei soci che vogliono diversificare con investimenti a basso costo di manodopera –ha continuato l’Ad di Besana- Soprattutto in Puglia dove le aziende hanno iniziato o, meglio, sono tornate a coltivare mandorle e nocciole. In generale, la nostra produzione è e sarà sempre più sviluppata nel nome di tre capisaldi: filiera, tracciabilità, qualità. Anche grazie ad accordi di partecipazione come quello sviluppato insieme a una insegna della gdo belga per gli anacardi del Benin, che vorremmo replicare in altre zone vocate, quali Costa d’Avorio, Burkina e Ghana, e con altri partner”.

Verso il packaging a impatto zero

Da anni Besana investe una parte importante delle proprie risorse nella sostenibilità ambientale. “Ora vogliamo potenziare i nostri obiettivi green attraverso azioni concrete che, entro i prossimi 15 anni, ci porteranno ad adottare un vero e proprio sistema circolare per tutta la nostra produzione a livello mondiale”.

A testimonianza dell’impegno di sostenibilità aziendale, al recente Marca di Bologna Besana ha presentato il pack compostabile che entro il 2025 sarà sostituito dal packaging a “spreco zero” e, entro il 2035, a “impatto zero”.
“Sarà realizzato totalmente con materiali di derivazione cellulosica: sia la base, vero e proprio sostituto delle attuali vaschette in plastica, sia il top film che la chiude –ha concluso Riccardo Calcagni– Una soluzione pensata per essere completamente recuperabile nella carta, un altro esempio concreto del nostro impegno a favore dell’ambiente”.

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