Ortofrutta, salgono i prezzi e scendono i consumi

Calo dell’8% nei primi nove mesi del 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021 secondo i dati dell’Osservatorio di Mercato di Cso Italy

Nei primi 9 mesi del 2022 le famiglie hanno consumato  l’8% in meno di ortofrutta (circa 4,2 milioni di tonnellate contro gli oltre 4,5 dello stesso periodo del 2021), con un’inflazione cresciuta invece dell’8%. Il dato è ancora peggiore a settembre con un meno 10% ed è inversamente speculare all’andamento dei prezzi (+10%). Lo riporta un report dell’Osservatorio di Mercato di Cso Italy.

La frutta: le banane prodotto anticiclico

Il calo dei consumi di ortofrutta
Il calo dei consumi nel 2022 rispetto allo scorso anno

“Il consumo di frutta è in discesa del 7% rispetto allo stesso periodo del 2021 -racconta Daria Lodi dell’Osservatorio di Mercato-. E allungando il confronto lungo la serie storica, il differenziale a cinque anni è -14%”. Andamento opposto per il prezzo: nel corso del 2022 l’importo unitario per la frutta è salito del 4%. Facendo riferimento ai prodotti, spiccano i limoni con un -15%, segue l’uva da tavola (-14%), le fragole (-13%), le pesche (-9%), le arance (-8%), le angurie (-7%), le mele (-5%), i meloni (-2%) e le banane (-1%).

Gli ortaggi: pesante il calo di volumi per i finocchi

Per gli ortaggi la contrazione dei volumi rispetto allo stesso periodo del 2021 è pari al 10% a fronte di un incremento dei prezzi medio del 13%. Si va da un -7% per patate e pomodori a un -11% per le insalate, fino a un -16% per le melanzane e a un -30% per i finocchi.

I canali distributivi: regge il discount

Le vendite dì ortofrutta nei diversi canali
Le vendite nei diversi canali distributivi

Iper, super, discount e superette mostrano tutti una contrazione, che va da un calo limitato per i discount (-1%) a uno molto importante per le piccole superfici (-15%). I mercati ambulanti e rionali continuano inesorabili nella loro discesa, con un -20% dei volumi rispetto al 2021 (e addirittura -50% rispetto al 2018!), mentre i dettaglianti specializzati in termini di volumi segnano un -15%.

Meglio il confezionato dello sfuso

Diverso l’impatto tra ortofrutta sfusa  e confezionata: i volumi della prima scendono del 12%, della seconda solo dell’1%. Quella bio cala del 10%, con un prezzo medio salito solo del 2%. “Le famiglie stanno soffrendo la situazione economica, trovandosi a far fronte a rincari che stanno interessando tutti i settori e che impongono un cambiamento nei consumi” commenta la direttrice del Cso Elisa Macchi.

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