Italia vocata all’export ma cresce l’import

I dati al terzo trimestre 2022 elaborati da Fruitimprese dicono che le esportazioni di frutta e verdura crescono a valore dello 0,3% mentre le importazioni balzano del +16,8%. Salvi “Nel nostro Paese il trend dell’import è in continua crescita”

Le mele continuano a dominare l'export di ortofrutta italiana
Le mele continuano a dominare l'export di ortofrutta made in Italy

Le conseguenze della crisi energetica rallentano l’export ortofrutticolo made in Italy: nei primi nove mesi del 2022 le esportazioni fanno registrare un +0,3% a valore e -2,6% in volume, secondo l’elaborazione di Fruitimprese su dati Istat. Al contrario aumenta l’import (+16,8% a valore, +6,8% a volume).

Salvi: “Nella bilancia commerciale persi 500 milioni di euro a valore”

Dati Fruitimprese import-export ortofrutta, terzo trimestre 2022
Dati import-export ortofrutta, terzo trimestre 2022

Le quantità importate (oltre 2,7 milioni di tonnellate) superano quelle esportate (2,6 milioni di tonnellate). E il saldo commerciale passa da 781 milioni dei primi nove mesi del 2021 a 291 milioni (-62%). I dati sono in controtendenza con quelli del 2021, anno record per le esportazioni italiane di ortofrutta con un valore superiore ai 5,2 miliardi di euro (+8,3% sull’anno precedente) e un saldo della bilancia commerciale di oltre 1 miliardo di euro. Ma il dato parziale potrebbe avere una svolta migliorativa, con il contributo dei dati sull’export della frutta invernale.

“Gli ultimi dati indicano un recupero dell’export -commenta il presidente di Fruitimprese Marco Salvi-. Bisogna vedere cosa succederà negli ultimi mesi: ci sono prodotti di importazione che potrebbero rallentare il loro trend di crescita, come per esempio gli agrumi; altri dell’export che dovrebbero crescere, come le mele e i kiwi la cui campagna è cominciata ad agosto-settembre. Va detto che il nostro Paese, tradizionalmente vocato all’export, sta manifestando alcune difficoltà, il saldo della bilancia commerciale in volume è negativo e ha perso quasi 500 milioni di euro a valore. A fine anno il fatturato dell’export probabilmente si confermerà superiore a 5 miliardi di euro, soprattutto grazie all’effetto dell’inflazione, ma il saldo della bilancia commerciale difficilmente tornerà ai valori del 2021”.

Balzo nelle esportazioni di pesche e nettarine, forte flessione per le pere

I prodotti più esportati e importati

Sull’export segni negativi a valore, in particolare, sono per frutta secca (-28%) e agrumi (-3%). Bene invece la frutta fresca (+5,7%), che continua a farla da padrone con oltre il 50% delle quantità totali esportate, legumi e ortaggi (+3%). Passando in rassegna i prodotti frutticoli maggiormente commercializzati, le maggiori performance sono per pesche e nettarine cresciute del 45,9% a volume e del 42,7% a valore; segni positivi a valore anche per kivi (+3,2%), limoni (+7,7%), uva da tavola (+1,9%). Forte flessione per le pere (-43,8%), arance (-10,9) e mele (-5%).

Continua a crescere l’import di avocado

Un dato che spicca è quello dell’aumento dei volumi dell’import, con incrementi a valore quasi tutti a doppia cifra: legumi-ortaggi (+37%), agrumi (+17,8%), frutta secca (+14,4%), frutta tropicale (+11,5%). Tra i prodotti più importati spicca l’avocado con crescita sia a volume (+22,3%) sia a valore  (+15,1%), mentre ananas e banane  crescono solo a valore (rispettivamente +18,3% e +11,8%). “L’Italia importa sempre di più, anche prodotti tradizionalmente nostrani, come ortaggi e agrumi. C’è un consumatore che si sta abituando al prodotto di importazione come complemento della gamma di quello italiano”.

 

 

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