Il marketing che fa sistema

La necessità sempre più urgente di fare squadra per fronteggiare le nuove sfide che il mercato dell’ortofrutta ci pone davanti, spinge i player del comparto verso delle strategie che, su tutti i livelli, siano in grado di far fare sistema.

Le novità. In questa direzione, ad esempio, vanno le iniziative messe in campo da Cso, il Centro servizi ortofrutticolo e Fedagri Confcooperative che, propongono delle strategie di marketing di sistema operando, nel primo caso, con la leva della grande distribuzione e, nel secondo con quella dei negozi di vendita diretta delle coperative.

L’iniziativa di Cso, che coinvolge alcune grandi catene della gdo italiana, è sviluppato all’interno del loro programma promozionale “Progetto Ortofrutta d’Italia” con l’intento di promuovere i consumi di ortofrutta sul mercato interno.

Progetto Ortofrutta Italia 2015. «Abbiamo iniziato quattro anni fa – spiega Alessandra Ravaioli, responsabile dell’ufficio marketing e comunicazione di Cso – con questo format che propone un modello diverso da quello solitamente utilizzato. Si tratta di un progetto di comunicazione che unisce undici aziende concorrenti della grande distribuzione ed è finalizzato ad indentificare agli occhi del consumatore il sistema ortofrutta Italia ossia chi ci lavora, in che modo ci lavora, i valori che ci sono dietro, ecc.».

Il tour. Con questa intenzione, “Progetto ortofrutta Italia” sbarca nelle principali catene della gdo con un tour che comincia il prossimo 17 aprile con due tappe in un solo giorno (la prima alle 11.30 all’Ipercoop Centro Nova di Castenaso e la seconda alle 17 al centro commerciale Esp di Ravenna) e che proseguirà fino a dicembre 2015 con una serie di iniziative nei reparti ortofrutta delle grandi catene come Ipercooop, Alì, Famila, Conad e Carrefour.

Il marketing esperienziale. «Si tratta di strategie – continua Ravaioli – di marketing esperienziale: presentiamo agli avventori del reparto ortofrutta i prodotti di stagione anche attraverso l’uso del microfono di modo che l’evento possa essere fruito in tutto il supermercato. Ci saranno anche le telecamere che registreranno le nostre interviste con la gente. Grazie ad una collaborazione con la Chirurgia Vascolare dell’Università di Bologna, spiegheremo l’importanza per la nostra salute di un adeguato consumo di frutta e verdura. È un’iniziativa di marketing molto innovativa che, proprio per questo, è stata oggetto di una recente tesi di laurea all’università di Bologna».

Ma le strategie per il rilancio dei consumi di ortofrutta messe in campo dal Cso non sono solo legate al marketing esperienziale. «Abbiamo in progetto – chiosa la Ravaioli – la realizzazione di un evento sul marketing sensoriale al Macfrut 2015 in cui si parlerà di visual merchandising e del ruolo del reparto ortofrutta con particolare riguardo a quello che comunica, al suo layout e alla sua evoluzione».

Qui da noi. Sempre nell’ottica di fare sistema va l’iniziativa “Qui da noi” di Fedagri Confcooperative, la rete di negozi di vendita diretta delle cooperative aderenti che sta vivendo una fase di svolta mirata alla valorizzazione della qualità e tipicità dei prodotti cooperativi anche attraverso una attività di comunicazione efficace, dinamica e moderna.

«In Italia – ha detto Carlo Piccinini, presidente di Fedagri-Confcooperative Emilia Romagna – la vendita diretta di prodotti agroalimentari rappresenta circa il 5% del mercato. Non possiamo ignorare un dato così significativo. Attraverso gli interscambi tra le varie cooperative si può permettere anche la conoscenza di prodotti tipici tra territori e regioni diverse per far apprezzare al meglio la grandi differenze enogastronomiche che sono uno dei valori delle eccellenze del nostro Paese».

Il marketing sensoriale. Oltre 50 le cooperative che hanno partecipato all’iniziativa cogliendo l’occasione per rapportarsi fra loro per ampliare l’offerta dei propri punti vendita, attraverso un vero e proprio scambio reciproco di prodotti agroalimentari ma anche per condividere esperienze e progetti di marketing.

Gli obiettivi. «Uno degli obiettivi principali – spiega Rossana Turina, responsabile nazionale Fedagri del progetto Qui da noi – è rendere più visibili i punti vendita delle cooperative agroalimentari che aderiscono al progetto, con un più intenso coinvolgimento, una maggiore rivitalizzazione e quindi una migliore visualizzazione del marchio, a partire da un discorso di layout o di franchising leggero che renda più facilmente identificabili i negozi Qui da noi, ma anche attuando un sistema di stringenti rapporti di collaborazione anche con le cooperative sociali, culturali e del turismo. Il brand Qui da noi vuole essere uno strumento identificativo dei prodotti cooperativi, trasmettendo la garanzia che sono realmente made in Italy, hanno un percorso territoriale e una valenza specifica in termini di qualità e sicurezza alimentare, quali fattori essenziali proprio per garantire qualità al pianeta».

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