Consumi, Istat: spesa mensile famiglie -4% nel primo trimestre

Escluse le spese per la casa, l'alimentare crolla del 12%. Coldiretti: indietro di 20 anni

Nel primo trimestre 2020 la spesa media mensile delle famiglie italiane diminuisce del 4%. Ma, escludendo le spese alimentari e per l’abitazione, la spesa media mensile è diminuita di oltre il 12% rispetto al corrispondente trimestre dell’anno precedente per effetto della pandemia Covid-19. E’ quanto emerge da un report dell’Istat sulle spese per i consumi delle famiglie.

Le stime preliminari del primo trimestre 2020 mostrano l’effetto del lockdown e, in particolare, come la marcata riduzione dell’offerta e della domanda commerciale al dettaglio abbia determinato una flessione delle spese diverse da quelle per prodotti alimentari e per l’abitazione di oltre il 12% rispetto al primo trimestre 2019.

Con il crollo stimato al 4%, i consumi degli italiani tornano indietro di circa 20 anni, precipitando su valori comparabili a quelli dei primi anni 2000. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti: “Si tratta di tendenze che evidenziano lo tsunami nei consumi provocato dall’emergenza Coronavirus con la crisi di molte attività produttive che ha drasticamente ridotto le disponibilità economiche delle famiglie italiane. Il risultato è una diminuzione delle vendite al dettaglio del 26,3% in valore con punte massime per calzature, articoli in cuoio e da viaggio (-90,6%), mobili, articoli tessili e arredamento (-83,6%), abbigliamento e pellicceria (-83,4%) e giochi, giocattoli, sport e campeggio (-82,5%), mentre il calo minore si registra per i prodotti farmaceutici (-3,5%) e le vendite dei beni alimentari aumentano (+6,1%)“.

Con l’emergenza aumenta il peso dei consumi alimentari che rappresentano la seconda voce di spesa nei budget delle famiglie dopo l’abitazione. Per l’Organiozzazione, fermare le speculazioni sui prezzi dei beni di prima necessità per difendere la capacità degli italiani di rifornire le dispense di casa con cibo e bevande e garantire un giusto compenso agli agricoltori deve essere un obiettivo prioritario del Paese. “E’ fondamentale – sottolinea Coldiretti – garantire la stabilità dei prezzi lungo tutta la filiera per bloccare ogni tentativo di speculazione a danno dei consumatori e degli agricoltori che devono poter continuare a produrre per difendere la sovranità alimentare del Paese in un momento di grandi tensioni internazionali sugli scambi commerciali”.

“Le quotazioni riconosciute ai produttori in molti settori – denuncia la Coldiretti – non coprono più neanche i costi e mettono a rischio il sistema agroalimentare nazionale. Occorre evitare che i comportamenti scorretti di pochi compromettono il lavoro della maggioranza degli operatori della filiera ai quali va il plauso della Coldiretti in una situazione in cui -secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’- quasi quattro aziende agricole su 10 (37%) registrano un deciso calo dell’attività. In gioco c’è un sistema di 730mila imprese che garantisce all’Italia il primato agricolo in Europa per valore aggiunto e qualità”.

“Se è vero che l’agricoltura sta tenendo duro di fronte alla crisi generale, non si può negare che molte filiere siano in profonda difficoltà. Difficoltà dalla quale occorre uscire con una robusta iniezione di liquidità ma – conclude la Coldiretti – anche realizzando rapporti di filiera virtuosi con accordi che valorizzino i primati del Made in Italy e garantiscano la sostenibilità della produzione in Italia con impegni pluriennali e il riconoscimento di un prezzo di acquisto equo, basato sugli effettivi costi sostenuti”.

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