Roberto Lion è il nuovo direttore generale di Sogemi, società che gestisce Foody Mercato Agroalimentare Milano. In vista delle prossime aperture per il canale Horeca fa i conti di quanto possano crescere i numeri del mercato ortofrutticolo. Che a oggi è sotto di un 10% per gli accessi e del 5% sui volumi.
Direttore, come è cambiata la situazione degli accessi rispetto a marzo?
I numeri per il mercato ortofrutticolo non sono cambiati di molto: sono circa 4500 giornalieri, circa un 10% in meno rispetto alla situazione pre-coronavurus. Stimiamo che con la prima fase di apertura dei canali Horeca l’utenza possa aumentare di un centinaio al giorno. Ci aspettiamo però più un aumento dei volumi che delle presenze.
Qual è il dato sui volumi movimentati dal mercato ortofrutticolo?
Io credo che non abbiamo perso più del 5%. La stagione è, tra l’altro, bellissima e favorisce un maggiore consumo di frutta e verdura.
Quanto manca la parte Horeca?
Asporto e home delivery, uniche attività permesse oggi, hanno numeri bassi. Manca la parte utenza Horeca e incide il fatto che non siamo più aperti al pubblico. Non abbiamo ancora deciso di farlo proprio per la struttura del nostro ortomercato, molto dispersiva con diversi punti di accesso ai vari padiglioni. Cosa che non permette un attento controllo in linea con le ordinanze regionali.
Manca altro?
Manca una ripresa del settore ambulante: hanno aperto una ventina di mercati scoperti su 96, c’è ancora un parte di quel mondo che non è tornata.
Quali sono i prodotti più richiesti e quelli più in sofferenza?
Siamo in un momento di cambio dei consumi: tutte le verdure fresche, insalate, cominciano ad avere più richiesta, prodotti da mangiare a crudo, sedano, alimenti a foglia larga. I prezzi su questa categoria sono abbastanza stabili. Scendono un po’ quello più invernali, come il cavolfiore, o consumati a caldo, zucchine, asparagi.
Nella settimana dal 27 aprile al 3 maggio le fragole hanno avuto un +23% di aumento.
Sì ma dopo un periodo di continui ribassi in cui il prezzo era crollato. Oggi arriva poi più il prodotto dal Nord, da Verona, per esempio. In generale è in buona quantità.
C’è chi allerta su possibili speculazioni sui prezzi, per via della mancanza di manodopera in vista della raccolta estiva.
Stiamo andando verso la stagione del pomodoro, un prodotto molto povero rispetto alla fatica che si fa a produrlo, e in modo intensivo. Qualche difficoltà potremmo averla da quella categoria. Se sono veri gli scenari che si stanno prefigurando, il problema sarà reale.
Gli operatori, qui in Ortomercato, dove abbiamo ancora una rappresentanza, dicono che erano abituati da anni a lavorare con gli stessi lavoratori stagionali, soprattutto romeni. Si erano creati fenomeni di produttività nella raccolta, perché avevano acquisito buona manualità. Oggi sono in patria e vorrebbero tornare a lavorare in Italia ma non sanno come fare.
Sull’ipotesi di voucher allargati, come sostiene Coldiretti, impiegando i disoccupati?
Sì, ma ci sono meccanismi di apprendimento da scontare che diminuiscono la produttività e fanno aumentare i costi della materia prima.
Che ne pensa dell’estensione all’impiego di chi oggi lavora in nero, come auspica il ministro Bellanova?
Non spetta a me parlare. Io sono dell’idea che è giusto che esista solo il lavoro regolare.
Test tampone, analisi sierologiche, dispositivi portatili per il mantenimento delle distanze: a quali misure di sicurezza state pensando per la Fase 2?
Non abbiamo mai avuto una Fase 1 o 2: non abbiamo mai chiuso, dunque è una fase unica. Siamo stati fortunati: i casi di contagio si contano sulle dita delle mani. E parliamo di circa 1600 operatori di mercato, persone che stabilmente gravitano sull’area ogni giorno, tra cooperative di logistica e titolari di punti vendita e collaboratori.
Continuiamo, pertanto a utilizzare le regole rigorose indicate dalle autorità, mantenimento delle distanze e uso obbligatorio dei Dpi. Abbiamo inasprito i controlli all’interno dell’area mercatale. Siamo più rigorosi per le sanzioni: chi è senza mascherina viene accompagnato all’uscita. Su eventuali test sierologici ci atteniamo alle disposizioni del Comune di Milano.