PapaMango, cresce in gdo l’appeal del mango siciliano

Il marchio dell’azienda di Sant’Agata di Militello aumenta quest’anno la produzione del 20%

Vincenzo Amata , referente commerciale per il marchio Papamango
Vincenzo Amata, referente commerciale per Papamango

“L’interesse per il mango siciliano è crescente sia nella gdo italiana sia estera: quest’anno la nostra produzione è aumentata del 20%”. Vincenzo Amata guida con la moglie l’Azienda Agricola Bianco Rosalia, da diversi anni specializzata nella coltivazione di mango siciliano commercializzato con il marchio PapaMango. Quattro ettari di terreni coltivati a Sant’Agata di Militello, in provincia di Messina. La distribuzione, cominciata da fine luglio, andrà avanti fino a novembre.

Come si presenta la campagna del mango quest’anno in termini di volumi e quali cultivar state commercializzando?

Buona, siamo sui 30 mila chili, superiore di un 20% rispetto allo scorso anno. In quanto momento stiamo commercializzando la Kensington Pride, una cultivar di origine australiana.

Chi sono i vostri clienti? Sta crescendo l’interesse?

Papamango viene spedito nella gdo italiana ed estera
PapaMango arriva nella gdo italiana ed estera

La grande distribuzione: i nostri prodotti arrivano in tutta Italia e anche in Europa. Al momento distribuiamo la Kensington Pride, ma stiamo sperimentando una serie di cultivar. C’è un interesse crescente della gdo.

Le catene vogliono valorizzare e potenziare il frutto siciliano e nazionale. E c’è molta sensibilità da parte del consumatore che premia la nostra attenzione nella produzione a osservare regole, pratiche colturali e sostenibilità.

Come lavorate dal punto di vista agronomico?

È un prodotto di agricoltura convenzionale. Abbiamo avuto i complimenti degli ispettori della GlobalGap, che hanno fatto le analisi residuali: sono risultati di cinque punti sotto il livello standard. Non usiamo pesticidi, la filosofia è rispettare l’ambiente e la bontà del prodotto.

In quali Paesi esportate?

Germania, Belgio, Inghilterra. Anche all’estero c’è grande interesse e hanno cultura di frutta esotica da più tempo rispetto a noi. Spediamo in 70 ore su strada.

Quali sono i progetti futuri? C’è l’intenzione di aumentare gli attuali 4 ettari?

Sì, Regione Sicilia, con l’Università di Palermo, ci ha invitati a partecipare a dei bandi per fare sperimentazione di nuove cultivar con la loro collaborazione e quella del Cnr. Una bella soddisfazione. Abbiamo aumentato di mezzo ettaro l’avocado, circa 600 piante che si aggiungono alle 2500 di mango. Abbiamo poi gli agrumeti (limoni, arance, pompelmi, mandarini, clementine, ndr), che saranno potenziati con tecniche agronomiche moderne.

Ma qual è il plus del vostro mango?

È un’esperienza emozionale. Nulla a che vedere con il mango di importazione, spesso duro e legnoso, raccolto verde e maturato in cella con l’etilene. Noi non facciamo quelle pratiche: viene raccolto maturo e istantaneamente va in cassetta e arriva 48 ore nei vari mercati e 72-80 ore dopo sulla tavola del consumatore.

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