Continua nel 2025 la ripresa strutturale dei consumi nazionali di ortofrutta iniziata a fine 2024. La conferma arriva dal Report sui consumi domestici di frutta e ortaggi curato da Cso Italy e aggiornato alla fine del terzo trimestre.
Bene banane, kiwi, pere, fragole, angurie e meloni. Calo delle clementine
La frutta registra acquisti per 2,11 milioni di tonnellate, con un incremento del 2% sul 2024, ma a valore registra un +11%.
Le banane consolidano la leadership di mercato con un +6% rispetto al 2024. Le mele risultano complessivamente in linea con l’anno scorso (+1%), così come le arance. Bene i consumi di kiwi, +15%, e le pere, +9%. Calo importante invece delle clementine, -24%.
Le specie estive mostrano risultati diversificati: le fragole crescono del 14%, le pesche e nettarine rimandano a un trend stabile/leggermente negativo, rispettivamente del -2% e -5% sull’anno; le angurie registrano un +6% e i meloni +7%.
Buone performance per patate, pomodori, carote e insalate
Per la verdura i volumi raggiungono 1,97 milioni di tonnellate, con un aumento del 6% rispetto all’anno precedente, mentre il valore cresce “solo” del 5%.
Le patate restano la specie più acquistata (+4% sul 2024). Bene i pomodori (+6%), come le insalate (+6%).Anche le carote registrano un incremento (+5%). Zucchine e peperoni evidenziano un andamento vivace.
Biologico al top delle vendite
Il biologico rafforza ulteriormente la posizione: gli acquisti sfiorano le 452 mila tonnellate, +14% rispetto al 2024. Il dato rappresenta la miglior performance degli ultimi tre anni. E raggiunge l’11% dei volumi totali, la quota più alta da quando è disponibile la serie storica dei dati.
Distribuzione: gdo e discount conquistano nuove quote
La gdo conferma una posizione dominante, superando l’80% dei volumi acquistati. I supermercati conquistano nuove quote (49% del totale a volume) confermandosi il canale principale: +6% sul 2024 e +5% a cinque anni, raggiungendo 1,98 milioni di tonnellate. Continuano a espandersi anche i discount, +5% sui volumi annui e +28% rispetto al 2021.
Nel canale tradizionale prosegue invece il ridimensionamento: i mercati ambulanti scendono del -3% nel cumulato e i fruttivendoli del -1%.












