Il Cipe finanzia sette nuovi contratti di filiera

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Nei giorni scorsi il Cipe ha approvato sette nuovi contratti di filiera per un investimento complessivo di 197 milioni di euro. I programmi riguardano le produzioni ortofrutticole destinate al consumo fresco e trasformato, la filiera zootecnica dei comparti uova, latte e prodotti caseari, la filiera cerealicola del riso, frumento e mais.

Il provvedimento è stato salutato con soddisfazione dalle associazioni di categoria: “È una notizia di estrema importanza per il comparto agroalimentare: sono queste le risposte concrete che le imprese aspettano dalla politica per far ripartire l’economia e dare un contributo alla crescita del Paese – ha commentato il presidente dell’Alleanza delle cooperative agroalimentari, Giorgio Mercuri – . Le risorse stanziate – spiega Mercuri – daranno un apporto significativo al comparto agroalimentare in termini di sviluppo e innovazione perché non rispondono al vecchio principio degli ‘aiuti a pioggia’, bensì a quello di una logica di filiera, andando quindi a premiare quanti si mettono insieme puntando sull’aggregazione. I contratti di filiera, attraverso il coinvolgimento delle diverse fasi – produzione, trasformazione industriale e distribuzione al consumo – sono di fatto quelli che presentano più analogie con la mission della cooperazione. In particolare, l’organizzazione apprezza l’approvazione del Contratto di filiera “Cereali nazionali di qualità”, ritenuto capace incidere in maniera strategica su un comparto in cui è minore il livello di concentrazione e, quindi, occorre maggiormente lavorare per dare valore aggiunto alla produzione primaria.

“Un altro merito dei contratti di filiera – ha concluso Mercuri – è che essi consentono di dare avvio ad ampie progettualità: con le risorse stanziate sarà possibile pianificare e realizzare  investimenti strategici di lunga durata, capitalizzando al massimo le somme erogate, creando sviluppo e occupazione dando un reale contributo all’ammodernamento e alla crescita in termini di competitività del comparto agroalimentare”.

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