Geos: magazzini automatizzati dal 2015

Anche Geos, cooperativa ortofrutticola aderente a Vip, l’associazione dei produttori della Val Venosta, ha deciso di automatizzare i propri magazzini.

L’investimento. Con un investimento da 6 milioni di euro, l’azienda – che ha appena aperto i cantieri in magazzino, vuole poter meccanizzare le operazioni di stoccaggio già da ottobre dell’anno prossimo così come – a partire dal 2011 – hanno già fatto la Mivor e la Texel.

«Ogni anno – spiega Hannes Spögler, direttore di Geos – produciamo circa 70mila tonnellate di mele. Sono quantità importanti e la gestione automatizzata del magazzino ci permette di ottimizzare la logistica, risparmiando sui costi e soprattutto migliorando la qualità con l’impiego del sistema Fifo ossia “First in, first out” che smaltisce la merce in magazzino man mano che arriva evitando così che le casse stazionino a lungo».

Lotta agli sprechi. La gestione automatizzata dei magazzini, già sperimentata da Mivor e Texel, altre due cooperative di Vip, permette risparmi (pari a un terzo) sui costi di energia derivati dalla minore dispersione nelle celle frigo. I carrelli trasportatori infatti arrivano al frigo attraverso una piccola imboccatura nel muro e non c’è più bisogno di aprire continuamente un portone per l’accesso al magazzino per permettere il via vai continuo dei carrellisti.

Risparmi sono previsti anche sul fronte del costo del lavoro dal momento che con il magazzino automatizzato si possono ridurre il numero di addetti che vi lavorano anche fino alla metà.

I vantaggi. «Nel nostro settore – chiarisce Martin Pinzger, responsabile area GDO Italia di Vip nonché direttore della cooperativa Mivor – questo sistema di gestione dei magazzini sta prendendo molto slancio proprio perché garantisce molti vantaggi tutti nella direzione di una maggiore qualità della mela. Riesce, ad esempio, ad arginare, la perdita di peso del frutto derivata dalla sua disidratazione durante le fasi della lavorazione».

In particolare secondo i calcoli effettuati da Mivor, che utilizza questi impianti dal 2011, questo sistema risparmia perdite di peso del frutto, nella fase di calibrazione e impacco, tra lo 0,1 e lo 0,2% del totale della produzione che per un azienda che produce 90mila tonnellate l’anno vuol dire riuscire a recuperare dalle 90 alle 180 tonnellate pari a volumi di fatturato che oscillano tra le 50mila e le 100mila euro ai prezzi battuti quest’anno (0,50 cent al chilo).

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