Tiktok, quali investimenti mirati per creare engagement

A febbraio TikTok ha realizzato 50,4 milioni di dollari di entrate pubblicitarie (+784,2%). Come possono le aziende inserirsi nella comunity più trend del momento

Riprendiamo il nostro viaggio dentro la galassia TikTok da dove ci siamo fermati nell’articolo precedente. Come possono le aziende inserirsi nella community più trendy del momento? Secondo Gabriele Passini, social media manager di Fruitecom, grazie a tre percorsi: “Aprire un canale nel quale caricare video divertenti, sperando così di generare visualizzazioni e interazioni organiche; investire nei TikTokers, le vere e proprie star del social; investire in contenuti pubblicitari”.

Generare engagement organico puntando sulla creatività

Intanto, investire in campagne pubblicitarie su TikTok richiede cifre superiori rispetto ad altri social. “Il budget minimo a livello di campagna è di almeno 20 euro al giorno, mentre per altri formati premium come le Hashtag Challenge si arriva a cifre superiori ai 100mila dollari – spiega Passini – Ma parliamo di un social ancora non del tutto saturo, il suo algoritmo particolarmente premiante permette, anche senza garanzie nel lungo periodo, di raggiungere ampia visibilità e interazioni senza l’aiuto di investimenti pubblicitari”.

Un esempio su tutti, Fud Bottega Sicula che già un anno fa ha intrapreso la strada di TikTok, coinvolgendo nella strategie tre dodicenni. Il risultato? Ottimi contenuti, grande engagement e diversi video diventati virali: in altre parole, più di un milione di visualizzazioni al ritmo delle Spice Girls.

TikTokers e il nuovo approccio alla pubblicità

I TikTokers sono centrali anche per le strategie di marketing. “Per questo motivo TikTok ha da poco aperto il Creator Marketplace – osserva il manager di Fruitecom – Un ambiente dove i brand possono scegliere ed entrare in contatto con più di mille utenti scelti in base alla loro fanbase e qualità nei contenuti. Se il canale non è ancora saturo, è altrettanto certo che, oltre al coinvolgimento dei TikTokers, una pianificazione pubblicitaria resta l’unico sistema per avere risultati concreti e misurabili nel lungo periodo”.

L’importante? Seguire alla lettera il payoff di TikTok for business, la piattaforma dedicata agli inserzionisti lanciata in estate: “Dont’make ads, make TikToks”. Un chiaro invito alle aziende perché approccino in modo differente il social e i suoi contenuti pubblicitari. Su TikTok i contenuti dei brand non sono evitati, ma diventano parte di una sorta di cultura contemporanea, sia in video sia nel mondo reale. Perché? “Perché non pensiamo come tecnici della pubblicità. Ci comportiamo da creativi”.

TikTok For Business

“Se investi su TikTok con i contenuti giusti, i risultati arriveranno”. Più che una promessa una garanzia, sorretta da sei punti principali: intanto TikTok è ovunque (150 paesi, 75 lingue e il grande coinvolgimento della generazione Z); la creatività è al centro (la mission è proprio creare contenuti tra utenti o tra brand e utenti); cultura e crossmedialità: i contenuti creati su TikTok sono condivisi anche all’esterno, coinvolgendo pubblici e tendenze differenti; contenuti prima di tutto: grazie all’algoritmo i contenuti aziendali – se di qualità – godono di grande visibilità e sono mostrati a utenti già potenzialmente interessati; suoni (la potenza emotiva di lasciare il segno grazie a musica e audio) e user-experience, grazie alla possibilità di occupare il 100% dello schermo dello smartphone con il proprio contenuto.

A febbraio di quest’anno TikTok ha realizzato 50,4 milioni di dollari di entrate pubblicitarie con un incremento del 784,2% (fonte Sensor tower): questo ha reso il social network la terza applicazione al mondo per incassi dopo Tinder e Youtube (escludendo le app di gaming).

Sicuramente tra i cinque formati pubblicitari offerti da TikTok, il più celebre è la Branded Hashtag Challenge: il brand, spesso insieme ai suoi creator, lancia un contest tematico di sei giorni in cui invita gli utenti a mettersi in gioco con un proprio contenuto e sfidandosi utilizzando naturalmente l’hashtag di riferimento. “È l’opzione che si inserisce in modo più naturale nella community, ma è anche quella che richiede un maggiore sforzo creativo – dice Passini – Il linguaggio, i temi e il tono di voce devono essere coerenti non solo con il proprio brand, ma con i contenuti più popolari del social”.

Chipotle, ad esempio, è stato uno dei primi marchi a decollare su TikTok: dopo il successo della sfida #ChipotleLidFlip, il marchio ha proseguito la sua attività con la challenge #GuacDance. La catena messicana ha invitato gli utenti a creare un ballo tutto personale, offrendo loro guacamole gratis in tutti gli ordini online del 31 luglio, il National Avocado Day.

@chipotleHow to impress your chipotbae 101 ##chipotle ##tiktokrecipe ##avocadorose ##fyp♬ original sound – Chipotle

Insomma, TikTok continua a essere in crescita esponenziale, ed è anzi destinato a diventare un social sempre più completo: ci diverte, ci informerà sempre più e sempre più ci permetterà di fare acquisti al suo interno. “Sebbene l’insediamento di Joe Biden non garantisca alcun sostanziale cambio di rotta netto nei confronti del social cinese, la sensazione è che i margini di trattativa possano ampliarsi. La potenza dei video è sotto gli occhi di tutti, è il presente e il futuro dei contenuti web. Per questo è importante conoscerlo, valutarne il pubblico e le dinamiche che lo governano”aggiunge Gabriele Passini che conclude: “Attualmente le domande che un’azienda deve porsi di fronte al social cinese sono: devo raggiungere la generazione Z o la Alpha? Il mio prodotto si presta a contenuti video divertenti? Il profilo della mia azienda mi permette di essere spontaneo e ironico? Ho voglia di rischiare? Ho un buon budget da investire? Se le risposte sono affermative, TikTok è la risposta”.

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