Pratiche commerciali sleali, accordo rimandato alla presidenza rumena

I triloghi per trovare un'intesa sulle pratiche commerciali sleali continueranno a gennaio 2019 con la Presidenza del Consiglio rumeno

Paolo De Castro, vicepresidente della commissione Agricoltura del Palamento europeo

I colloqui trilaterali sulla nuova legislazione europea contro le pratiche commerciali sleali continueranno a gennaio 2019 con la Presidenza del Consiglio rumeno. Dopo l’ultimo trilogo con la presidenza del Consiglio austriaca e la Commissione europea, il capo del gruppo negoziale del Parlamento europeo, Paolo De Castro, ha ribadito che l’accordo sulle pratiche commerciali sleali non sarà svenduto.

“Non intendiamo svendere l’accordo contro le pratiche commerciali sleali nella catena alimentare dopo oltre un decennio di battaglie. Il testo sul tavolo – ha spiegato De Castro – manca ancora di ambizione per poter sottoscrivere un compromesso con la Ppresidenza austriaca dell’Ue. I colloqui riprenderanno a gennaio con la Presidenza rumena”.

L’eurodeputato Paolo De Castro, relatore della proposta, e vicepresidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, ha fatto il punto della situazione sottolineando che in occasione dell’ultimo trilogo “è stato compiuto un ulteriore passo avanti verso l’eliminazione delle pratiche commerciali sleali più dannose nella filiera alimentare. Tuttavia, nonostante gli sforzi fatti, non siamo ancora pienamente soddisfatti”.

 

L’incognita sulla soglia di fatturato

Il nodo da sciogliere resta il livello della soglia di fatturato oltre la quale nessun operatore sarebbe più protetto. La Presidenza austriaca era disposta ad un compromesso di poco superiore ai 50 milioni di fatturato proposti dalla Commissione europea oltre i quali nessun operatore sarebbe più protetto. “Ci resta ancora gennaio per concludere i colloqui – ha concluso De Castro – e faremo il massimo per ottenere l’intesa più ambiziosa possibile. Le prossime trattative saranno difficili ma non siamo disposti a rinunciare facilmente. I nostri agricoltori meritano un’ultima spinta per garantire che nessuno di loro venga lasciato indietro”.

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