Si è da poco conclusa la campagna bieticola bolognese: superfici in calo, migliora la qualità ma maltempo e insetti penalizzano la produzione.
“Purtroppo, le rigide regole dell’Unione Europea sull’utilizzo dei trattamenti fitosanitari ci impediscono di contrastare in maniera adeguata il problema –lamenta Vittoria Maccolini, vicepresidente di Confagricoltura Bologna-. Serve una politica di sostegno stabile, un quadro fitosanitario più equilibrato e una revisione da parte delle istituzioni europee delle regole sull’uso dei prodotti di difesa, che oggi limitano fortemente l’efficacia degli interventi contro patogeni come il lisso”.
I dati
La bieticoltura rappresenta storicamente un fiore all’occhiello dell’agricoltura bolognese, prima area produttiva in Italia con circa 5.500 ettari (dato 2025) e la presenza dell’unico produttore di zucchero 100% italiano, ossia la cooperativa di bieticoltori Coprob-Italia Zuccheri con sede a Minerbio.
Più soddisfacente, invece, è stata la qualità del prodotto, misurabile con la polarizzazione, ovvero il contenuto di zucchero presente all’interno. Da una prima indagine effettuata da Confagricoltura Bologna presso i propri soci questo valore è pari circa al 15%, in miglioramento rispetto al 12% dello scorso anno e al 14,2% del 2023, ma ancora al di sotto dei livelli 2020-2022, quando raggiungeva il 16,5%.
“La campagna 2025 è stata contraddistinta da luci e ombre. La superficie coltivata è continuata a calare soprattutto a causa delle continue piogge e delle basse temperature climatiche; la qualità del prodotto ha mostrato un leggero recupero rispetto al passato. Le criticità restano però importanti. Il maltempo di quest’anno, insieme ai terreni allagati dalle passate alluvioni e non ancora del tutto asciutti, ha causato ingenti danni e ha ancora una volta condizionato in negativo la produzione. Inoltre ci sono stati grandi problemi causati dalle malattie fungine e soprattutto dagli insetti, come nel caso del lisso”.
I produttori chiedono un aiuto
Tra i soci di Confagricoltura che sono stati maggiormente colpiti dal lisso figura la Rebecchi Mgd Società Agricola di Crevalcore di Daniele Rebecchi. “Con le attuali limitazioni sull’uso dei fitofarmaci e un solo trattamento consentito diventa impossibile contenere davvero la malattia. Per cercare di arginare in parte il problema abbiamo deciso di provare la semina autunnale, aumentando leggermente gli ettari coltivati”.
Anche nell’Imolese la situazione non è stata delle migliori, conferma Alberto Gabaldo, dell’omonima società agricola con sede a Medicina. “Il rischio è che sempre più agricoltori decidano di spostarsi su altre tipologie di colture considerate più sicure, rinunciando così a quella bieticola che fino a poco tempo era uno dei fiori all’occhiello dell’intero territorio”.
Dalla zona di Malalbergo Luciano Bortolan della Società Agricola Bortolan racconta un’annata tra le più complesse: “Le nostre rese in campo così come la qualità sono state inferiori rispetto agli anni scorsi e i prezzi restano troppo bassi per sostenere la filiera. Servono scelte tecniche più mirate, varietà più resistenti e un confronto più profondo tra chi produce e chi trasforma”.
		










