Raffaele Spreafico: “Con le banane a marchio ampliamo la strategia al B2C” #vocidellortofrutta

L’ad racconta i piani futuri e non risparmia critiche al nuovo regolamento sugli imballaggi. “Porterà maggiori inefficienze e sprechi”

L'ad Raffaele Spreafico
Raffaele Spreafico

Dopo 65 anni di presenza sul mercato ortofrutticolo, Spreafico Francesco & F.lli ha presentato le banane a marchio. Un passo significativo che segue la recente operazione di rebranding, con un “maggiore focus verso il consumatore, un allargamento della strategia”, racconta l’amministratore delegato Raffaele Spreafico. Saranno confezionate in imballi che riporteranno il bollino Amore in ogni frutto e la comunicazione a supporto coinvolgerà per la prima fase il punto di vendita.

Banane a marchio Spreafico, perché questa scelta?

Banane Spreafico confezionate in vassoio
Banane Spreafico a marchio in vassoio

Le banane per noi sono da sempre un business molto importante e strategico, che finora abbiamo presidiato commercializzando prodotto a brand del produttore o del distributore. A oggi pesano più del 20% del nostro fatturato complessivo. Oltre alle banane, grande importanza rivestono la produzione nazionale di pere e kiwi e il comparto dell’esotico. Le banane Spreafico sono la naturale conseguenza del rebranding che abbiamo presentato di recente. Il rilancio del nostro marchio non poteva non coinvolgere il nostro principale prodotto, su cui siamo diventati un punto di riferimento nel mercato, grazie alla nostra rete di partner a monte della filiera, alla nostra capacità di maturazione e alla capillarità distributiva. Inoltre, visti i volumi che questa categoria sviluppa, le banane sono un interessante “mezzo di comunicazione” che garantirà un elevato livello di visibilità del nostro brand.

Quale sarà la provenienza, la cultivar, quali certificazioni di sostenibilità, come si svilupperà la campagna comunicazione?

La provenienza delle banane Spreafico è la Colombia, nella regione Apartado, una delle zone più vocate per la coltura del banano, ma non escludiamo di estendere il progetto ad altri areali. Tutte le nostre banane sono di varietà Cavedish e sono selezionate sulla base di certificazioni di sostenibilità Global Gap e Rain Forest. La comunicazione a supporto sarà, per la prima fase, concentrata nel punto di vendita, mentre stiamo lavorando ad ambiziosi piani per il futuro.

Il recente concorso social Tango Taste Challenge, dedicato a Tango Fruit, il mandarino premium senza semi, segna un maggiore impegno verso i consumatori?

È sicuramente una delle iniziative che, insieme ad altre che stiamo preparando, rappresenta questo maggior focus sul consumatore.

Il rebranding, presentato a Marca, sposta la strategia dal B2B al B2C?

Direi di no. Più che di spostamento parlerei di ampliamento della nostra strategia. La distribuzione rimane il nostro interlocutore di riferimento, ma vogliamo fare un passo in più, per parlare al consumatore. Elemento chiave per fronteggiare le sfide di un mercato che si sta evolvendo rapidamente.

Dopo le pere, i kiwi, la frutta a nocciolo, il mirtillo, ci saranno altre novità nella creazione di filiere di prodotti made in Italy?

Siamo costantemente impegnati nel rafforzamento delle filiere sia per i prodotti di importazione sia per le produzioni nazionali. Al momento non stiamo lavorando all’apertura di nuove filiere ma al rafforzamento di quelle esistenti.

Cosa significa l’ampliamento della quarta gamma con le tre nuove linee, Benessere, Snack e Bambino?

Spreafico quarta gamma linea Benessere Potassio
Spreafico, quarta gamma linea Benessere

Riteniamo che la frutta di quarta gamma abbia un interessante potenziale di crescita, a oggi non pienamente sfruttato. Per poter avviare questo processo virtuoso di rilancio della categoria siamo partiti dai bisogni dei consumatori e abbiamo identificato, tramite un percorso di ricerca, tre bisogni chiave, cui appunto corrispondono le nuove linee di prodotto, assolutamente uniche e distintive nel mercato. L’obiettivo della rivisitazione della nostra offerta è, appunto, quello di coinvolgere nuovi target ed intercettare nuove occasioni di consumo.

Come giudica Spreafico il nuovo regolamento imballaggi per l’ortofrutta?

Quello della sostenibilità è un argomento molto complesso che si presta a molte strumentalizzazioni ed è terreno fertile per la proliferazione di fake news. Noi in Spreafico siamo molto sensibili a questo tema, come dimostra il nostro bilancio di sostenibilità, giunto alla seconda edizione, che ci guida verso un utilizzo responsabile delle risorse. A partire dalle materie plastiche, su cui stiamo lavorando per raggiungere l’obiettivo di utilizzare almeno il 70% di materiali sostenibili nei nostri stabilimenti. Il nuovo regolamento, che vieterà l’utilizzo di confezioni in plastica per frutta fresca sotto 1,5 kg, cela delle insidie di non poco conto su cui il legislatore non potrà soprassedere, come per esempio il maggior spreco di prodotto e le inefficienze logistiche che porteranno a una maggiore emissione di CO2, tanto per citarne alcune. Siamo assolutamente proattivi nella direzione del rispetto dell’ambiente, ma riteniamo che ogni azione in tal senso debba essere portata avanti con buon senso e razionalità.

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