D’Aprile con l’anguria firmata Fdai porta la filiera tracciata in Lidl #vocidellortofrutta

Bartolomeo D’Aprile, direttore operativo dell’azienda familiare, racconta il progetto di successo e annuncia nuovi step. “Vogliamo conquistare altri clienti della gdo con progetti premium: dopo la certificazione Spring Globalgap, puntiamo a residuo zero e nickel free”

Angurie d'Aprile, l'azienda ha sede nel Tarantino, a Palagianello
Angurie D'Aprile, l'azienda ha sede nel Tarantino

Da sessant’anni nel settore del commercio e della produzione ortofrutticola, l’azienda D’Aprile, sede nel Tarantino, a Palagianello, ha il core business negli agrumi. Un calendario produttivo arricchito da albicocche, kaki mela, uva da tavola ma anche angurie. Con questo prodotto ha avviato un progetto di tracciabilità con il marchio Fdai-Firmato dagli agricoltori italiani di Coldiretti, con cui è entrata in Lidl Sud Italia. Ci spiega il progetto il direttore operativo, Bartolomeo D’Aprile.

Raccontiamo prima l’azienda.

Un’azienda familiare, una superficie di 80 ettari, circa 30 mila quintali, con una lunga tradizione. L’areale di produzione è l’arco jonico e nel periodo più precoce si estende un po’ verso il Salento. Fino a dieci anni fa il nostro core business era prevalentemente l’uva da tavola, poi man mano, essendo presenti nell’areale di Taranto, abbiamo convertito verso gli agrumi che produciamo e commercializziamo da settembre fino a marzo. Nel periodo estivo ci dedichiamo alla commercializzazione delle angurie e dei meloni.

Perché avete abbandonato l’uva da tavola per gli agrumi visto, che ora il prodotto seedless è un trend?

Noi avevamo ancora una buona parte di uva con seme, c’era appena stato l’embargo russo e avevamo anche un po’ di Red Globe. Non avevamo uve con brevetto e non c’era ancora stato l’avvento dell’Autumncrisp. C’era anche la problematica della manodopera, che in questo territorio persiste. Oggi ci rendiamo conto che se avessimo temporeggiato probabilmente staremmo parlando di un’altra storia.

Come nasce il progetto con Lidl e Coldiretti?

Tracciabilità in etichetta per le angurie d'Aprile
Tracciabilità in etichetta

In passato, con mio padre, c’era un rapporto diretto con Migros. E abbiamo maturato il desiderio di riaffacciarci alla gdo. C’è stata questa opportunità attraverso Coldiretti, dopo il successo della vendita di fette di anguria della mia azienda all’Aeroporto di Bari Palese nel 2019. Il progetto con Fdai è partito nel 2022 e si rinnova ogni anno. Cresciamo come volumi, perché cresce la fiducia, il rapporto reciproco e la qualità.

Il prodotto è marchiato Fdai, ma attraverso il Qr Code vengono indicate tutte le caratteristiche e i dati identificativi dell’azienda produttrice, il lotto, l’areale, il giorno in cui la merce è arrivata in piattaforma, valori del produttore con particolare evidenza alle metodologie di coltivazione sostenibile, all’etica e attenzione alla salvaguardia del territorio. Da quest’anno ci sarà anche il bollino 2.0 che verrà posto su ogni anguria. Darà informazioni, creati e validati da università, anche culturali dell’area di produzione, quindi la Magna Grecia. Un modo per fare un’immersione a tutto tondo, non soltanto verso il prodotto agricolo, ma anche su quello che lo circonda, la zona vocata, la storia.

La tracciabilità è un modo per valorizzare la filiera?

Secondo me è il modo migliore per valorizzare la filiera, dando tutte le informazioni, facendo vedere dove si trova il sito di produzione, permettendo di mettersi in contatto quasi direttamente con il produttore. È un modo per stare più vicino al consumatore, fornendo prodotti più freschi e di alta qualità.

Quali pratiche utilizzate?

Microirrigazione, fertirrigazione, stiamo cercando di fare il controllo da remoto dell’acqua e ci stiamo certificando Spring con Globalgap; abbiamo pannelli fotovoltaici di autoproduzione di energia e abbiamo avviato un processo interno di calcolo dei crediti di carbonio. Siamo ai primissimi colloqui introduttivi con un’azienda internazionale per i “plastic credit”, che certificano la rimozione della plastica dall’ambiente, successivamente trasformata in bio-olio.

Quando è partita la campagna angurie e come si presenta il prodotto?

Bartolomeo D'Aprile , direttore operativo dell'azienda di famiglia
Bartolomeo D’Aprile

Il 10 giugno e si conclude Il 10 settembre. Come volumi è abbastanza interessante, perché il clima è stato favorevole: ci sono parecchi produttori entusiasti. Lo scorso anno, a inizio estate, era ancora abbastanza freddo. Quindi ci aspettiamo un grado brix superiore, indicativamente sui 12-13. Tutta la campagna angurie andrà a Lidl: abbiamo una quindicina di ettari che andiamo a dividere nel periodo, per gestire gli ordini. Abbiamo angurie grandi da 7 a 13 kg e midi da 2 a 3 kg.

Che tipo di feedback avete dal progetto con Lidl?

Mi dicono che sia diventato quasi un progetto di punta sia per Lidl sia per Fdai. I quantitativi lavorati ogni anno sono sempre maggiori ed è molto interessante come venga data l’opportunità a determinate aziende agricole, che hanno determinati meriti e certificazioni, di accedere a un canale cui diversamente era quasi impossibile accedere. Ho trovato un ottimo riscontro al progetto: siamo un’azienda storica, abbiamo molti contatti e quando vedono il nostro volto familiare, riconoscono il lavoro che c’è dietro, si sentono quasi più tutelati.

Progetti per il futuro? 

Al momento lavoriamo esclusivamente con Lidl, prevalentemente Sud Italia, ma siamo pronti ad ampliare gradualmente la nostra presenza sui mercati della gdo diversificando i clienti. Stiamo cercando altri retailer da inserire nel nostro portfolio clienti, facendo degli step graduali perché vogliamo rimanere attenti alla qualità del prodotto. L’obiettivo è ampliare la rete per coinvolgere anche insegne capaci di valorizzare economicamente produzioni di qualità. Investendo non solo su varietà premium, ma anche verso nuovi obiettivi strategici come residuo zero, nickel free, che aggiungono valore aggiunto e sono sempre più cercati dal consumatore. Noi facciamo agricoltura integrata: l’idea è andare a magari intercettare, con le nuove certificazioni, una fascia di clienti più esigente, guadagnando più marginalità.

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